1

panama papers 16 zac
VERBANIA – 23.04.2016 – I Panama Papers arrivano

anche a Verbania. Tra i cento nomi della seconda tranche che l’Espresso, unico partner italiano del consorzio internazionale di giornalismo investigativo che segue la vicenda, svelati dal settimanale c’è anche quello di Alberto Zacchera. Accanto al suo nome, l’indicazione “albergatore” e la località “Verbania”, mentre nel testo dell’articolo non ci sono riferimenti alle sue attività o alle società che gli sarebbero riconducibili. Cinquantanove anni, ingegnere, Alberto è il terzo di cinque figli di una famiglia di albergatori. A Pallanza gli Zacchera sono soci di Belvedere, San Gottardo e dell’hotel Pallanza. Alberto fino a pochi anni fa ha gestito il ristorante Verbano all’Isola Pescatori e oggi si occupa di navigazione privata con battelli turistici nel basso Verbano. Agli inizi degli anni Duemila s’è dato anche alla politica, seguendo in Alleanza nazionale le orme del fratello Marco, già deputato per quasi vent’anni e sindaco di Verbania tra il 2009 e il 2013. Alberto Zacchera è stato, fino alle sue dimissioni avvenute per un dissidio politico con il presidente, il vice di Ivan Guarducci nella Provincia del Vco. poi nel 2004 s’è candidato sindaco di Verbania cedendo a Claudio Zanotti, vincitore al primo turno in una contesa tra sette candidati. Con la rinuncia a entrare in consiglio ha chiuso la sua parentesi politica.

Quella dei Panama Papers, le carte trafugate e consegnate in forma elettronica alla Süddeutsche Zeitung, è la più grande fuga di notizie nella storia della finanza. I documenti provengono dallo studio di avvocati panamensi Mossack-Fonseca, che da quarant’anni agiscono per conto di terzi aprendo e gestendo società finanziare offshore. Panama è uno dei paesi della black-list del Fondo monetario internazionale, dove il segreto bancario permette di avere uno schermo di protezione sui propri affari.

Detenere una società offshore o denaro all’estero non è un reato, purché i soldi abbiamo una provenienza lecita e purché vengano regolarmente dichiarati al fisco italiano e soggetti a tassazione. Lo scorso anno il governo italiano ha aperto alla voluntary disclosure, l’opportunità di far rientrare in patria questi capitali evitando sanzioni ma pagando le imposte arretrate.

L’enorme mole dei Panama Papers è stata condivisa da un network di giornalisti che per un anno ha lavorato ricostruendo l’attività delle società offshore e dei loro proprietari e da qualche settimana sono iniziate le pubblicazioni.

Nella foto il numero dell’Espresso in edicola dall’altro ieri. Nel riquadro: Alberto Zacchera.