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VERBANIA – 26.04.2016 – C’eravamo tanto amati.

È questo, parafrasando l’omonimo film degli anni ’70 di Ettore Scola, il sentimento che pervade la dirigenza della Virtus Verbania, nella quale ormai vivono da separati il presidente Giuseppe D’Onofrio e il presidente onorario Luigi Pedretti. Anzi, l’ex presidente onorario Pedretti, che la scorsa settimana, alla vigilia della trasferta di Banchette (poi culminata con la vittoria del campionato di Eccellenza), ha rassegnato le proprie dimissioni. In una lunga e dura lettera, inviata a alcuni organi di stampa e parzialmente letta ieri sera nella trasmissione televisiva di AzzurraTv “Dilettanti per dire”, Pedretti si sfoga contro D’Onofrio per le promesse disattese, gli arretrati con i fornitori, le mezze verità raccontate ai giocatori. Parole forti – alle quali il diretto interessato non intende replicare pubblicamente “lo farò nelle sedi opportune, perché ho rispetto di Pedretti” –, in linea con le recenti vicissitudini della Virtus ma disallineate con la realtà di una stagione nata con loro due saldamente in sella al tandem.

Nell’annunciare lo sbarco della Virtus Cusio a Verbania come Virtus Verbania, Pedretti aveva rivendicato il suo ruolo nel convincere D’Onofrio, che aveva difeso in prima persona dalla freddezza con cui era stato accolto. Pedretti aveva stigmatizzato gli striscioni dei tifosi contro l’operazione Virtus, le accuse all’amico di essere un invasore e aveva contrattaccato contro una – a suo dire – certa stampa politicizzata che osteggiava la nascita di questo nuovo soggetto sportivo. Ancora di recente, nel giorno della presentazione del nuovo socio Valerio Astolfi e del nuovo direttore generale Silvano Brichetto, i due erano andati a braccetto. Era il 23 febbraio, solo due mesi fa. Due mesi in cui tutto è cambiato, Pedretti s’è allontanato da D’Onofrio e ha sostituito il presidente nel cuore della squadra. La prova è arrivata dall’esultanza dei giocatori negli spogliatoi di Banchette. Assente D’Onofrio – “avevo altri impegni inderogabili” – e presente il dimissionario Pedretti, i cori sono stati tutti per quest’ultimo. “Un presidente, c’è solo un presidente…” ha intonato la squadra riferendosi al presidente onorario, che nelle ultime settimane è intervenuto economicamente per sanare alcune pendenze.

Oggi i due sono alla rottura. L’attuale numero uno del club, che promette di “mantenere gli impegni economici presi”, parla di un arretrato di 50-60.000 euro da colmare “quando arriverà il rilevante bonifico di un nuovo sponsor”. E, confermando la trasformazione in srl “si farà a primi di maggio”, sul futuro pare avere le idee chiare: “senza garanzie economiche non iscrivo la squadra alla serie D”, ha detto in televisione. E se qualcuno fosse interessato a subentrare? “Lascio aperta la porta dell’azionariato ai verbanesi, purché chi viene mantenga tutto a Verbania. Di sicuro non regalo niente a nessuno”.

Da un idillio nato con grandi ambizioni e difeso nei mesi s’è arrivati all’improvviso a un rapporto logoro, che pare di difficile ricomposizione e che apre diversi scenari: a) una Virtus Verbania con D’Onofrio al timone e con forze e denaro freschi senza Pedretti, b) una Virtus Verbania con Pedretti – che però aveva già a inizio stagione messo le mani avanti dicendo di non avere da solo la necessaria forza economica – e senza D’Onofrio, c) una ritrovata intesa per portare avanti la serie D, d) lo spostamento della squadra altrove o la mancata iscrizione alla D.