VERBANIA – 08.05.2015 – L’indagine sulle firme irregolari alle elezioni comunali di Verbania dell’anno scorso è finita. Da Palazzo di Giustizia sono in corso di notifica gli avvisi di chiusura indagine per le persone coinvolte. Che sono nove, di diversi schieramenti politici: Marco Zacchera, Luigi Songa, Giulio Lapidari, Antonio Di Tullio, Antonio Tambolla e Marco Campanini per il centrodestra; Diego Brignoli, Giuseppe Grieco e Silvia Magistrini per il centrosinistra.
Le accuse variano dal falso elettorale (per chi ha autenticato firme autentiche, ma irregolarmente) al falso in atto pubblico (per chi ha materialmente falsificato le firme), al concorso nell’uno o nell’altro reato.
I nomi sono eccellenti e coinvolgono anche persone che attualmente ricoprono cariche pubbliche: il presidente del Consiglio comunale di Verbania (Brignoli, ex presidente del Consorzio dei servizi sociali del Verbano e candidato sconfitto alle primarie 2014), un membro del suo collegio dei revisori del conto (Grieco, già vicesindaco di Verbania e vicepresidente della Provincia), due consiglieri comunali in carica (Songa e Lapidari a Omegna, città di cui sono stati anche assessori).
Zacchera è stato deputato dal 1994 al 2012 per An-Pdl e sindaco tra il 2009 e il 2013. Di Tullio è un militante ex An poi Pdl. Tambolla è stato consigliere comunale Pdl a Verbania tra il 2009 e il 2013. Campanini è stato segretario provinciale della Lega Nord e presidente di ConSerVco. Magistrini assessore comunale a Verbania tra il 1999 e il 2009.
Songa, Lapidari, Campanini, Brignoli, Grieco e Magistrini sono chiamati in causa come autenticatori. Tutti consiglieri provinciali – nel 2014, nel pieno della gestione commissariale nessun consigliere comunale era in carica –, come pubblici ufficiali hanno autenticato le firme di sottoscrittori e, in alcuni casi, pare anche dell'accettazione di candidatura dei candidati. Ad altri parrebbe che la Procura contesti addirittura di aver materialmente falsificato le firme.
L’indagine, condotta dalla sezione dei carabinieri della polizia giudiziaria, ha passato al vaglio tutte le quattordici liste presentate. Pare che dall’esame siano state riscontrate irregolarità di diverso tipo e gravità in dodici su quattordici: Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia; Partito democratico, Con Silvia per Verbania, Sinistra Unita, Verbania Bene comune; CittadiniConVoi, Sinistra & Ambiente; Movimento 5 stelle; LiberItalia Liberiamo Verbania; Movimento civico Insubria. Sarebbero escluse Nuovo CentroDestra e Comunità.Vb.
La notifica dell’avviso di chiusura indagini è l’atto preliminare con il quale il pubblico ministero – in questo caso il sostituto procuratore dottor Nicola Mezzina – avverte gli indagati che ha intenzione di procedere nei loro confronti formulando uno o più capi d’imputazione e chiedendone il rinvio a giudizio.
I destinatari da quel momento hanno diritto a prendere visione di tutti i documenti rimasti secretati in fase di indagine (verbali, relazioni della polizia giudiziaria, eventuali perizie) e, a loro tutela e con l’obiettivo di convincere il pm della loro estraneità ai fatti, possono produrre memorie, documenti, chiedere approfondimenti e effettuare investigazioni difensive. Hanno anche il diritto, e il pm deve accettare, di essere interrogati in presenza del proprio avvocato. Questa fase dura 20 giorni dalla notifica, scaduti i quali il pm ha 10 giorni per fissare l’udienza di fronte al Gup, il Giudice per l’udienza preliminare. Sarà il magistrato a decidere se gli indagati vanno rinviati a giudizio, vanno prosciolti e la loro posizione archiviata, oppure approvare l’eventuale ricorso - se richiesto - a riti alternativi: patteggiamento, giudizio abbreviato o giudizio immediato.