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VERBANIA – 30.04.2016 – Inizia tra le polemiche

e con pesanti strascichi politici il mandato del nuovo amministratore unico di ConSerVco Alberto Gagliardi. L’assemblea dei sindaci-soci che ieri sera l’ha eletto è finita con la fuoriuscita della quasi totalità dei sindaci presenti e con il voto decisivo e determinante di un ristretto numero che ha fatto valere le quote societarie. Soprattutto di Verbania, che con il suo circa 33% ha influito in maniera determinante nel 42,86% pro Gagliardi, lasciando al “contendente”, l’uscente Biagio Bonfiglio, l’11,84% delle quote. Nel corso dell’assemblea, prima che lasciasse al momento del voto – come numerosi altri colleghi –, il sindaco di Ornavasso Filippo Cigala Fulgosi, che di professione è avvocato, aveva sollevato il dubbio che Verbania potesse addirittura votare, facendo riferimento all’articolo 2373 del codice civile su conflitto di interessi. Secondo il codice “la deliberazione approvata con il voto determinante di soci che abbiano, per conto proprio o di terzi, un interesse in conflitto con quello della società è impugnabile (…)”. Il riferito conflitto di interessi di Verbania sarebbe la causa civile in discussione al tribunale con ConSerVco, il famoso caso delle bollette auto-scontate dal Comune per presunti disservizi nel mese di agosto 2015; disservizi che l’azienda non ha riconosciuto avviando il procedimento per il recupero delle somme dovute tramite la giustizia civile. Senza il voto di Verbania sarebbe stato eletto Bonfiglio – l’amministratore uscente, colui che ha avviato la causa – che avrebbe prevalso con l’11,84% contro il 9% circa di Gagliardi.

Prima del voto ci sono state scintille anche sul nome di Gagliardi, il cui curriculum – rilevato dalla direzione di ConSerVco – non è aderente al bando non avendo l’ingegnere esperienze tecniche, giuridiche e amministrative pregresse. Su questo punto già ieri sera è giunta una dichiarazione congiunta dei consiglieri verbanesi Stefania Minore (Lega Nord) e Michael Immovilli (Forza Silvio), che parlano di atto illegittimo.

Già alla vigilia dell’assemblea la coordinatrice provinciale di Forza Italia, Mirella Cristina, aveva stigmatizzato l’”indecoroso teatrino” del Pd, diviso tra due candidati, e soprattutto la volontà del sindaco di Verbania Silvia Marchionini di allontanare l’amministratore uscente di ConSerVco “per regolare i conti dopo il contenzioso che ha visto azienda e comune in Tribunale”.

Al di là dei numeri, il dato politico che emerge dall’assemblea è la profonda lacerazione tra sindaci (anche all’interno dello stesso partito). Alla contrapposizione tra Omegna e Verbania sul nome del candidato s’era ventilata l’ipotesi del rinvio, decaduta dopo che Domodossola s’è chiamata fuori dalla contesa invocando opportunità elettorali (a giugno si vota). Così il nuovo presidente, che Marchionini sottolinea essere “un serio professionista di sicura capacità, che lavorerà per il rilancio della società con un ruolo di mediatore e riferimento per tutti i Comuni insieme al Coub” entra in carica con il sostegno della minoranza dei soci a fronte della maggioranza che è uscita dall’aula e in un clima difficile.