VERBANIA – 03.05.2016 – Passa con 20 voti favorevoli
e 12 contrari il bilancio consuntivo 2015 del comune di Verbania. Un bilancio che si chiude con poco di più di 7 milioni di avanzo di amministrazione la cui applicazione – non ancora decisa dalla giunta – è stato uno degli argomenti di scontro politico del consiglio di ieri sera. Per le minoranze, con Michael Immovilli di Forza Silvio in testa, quel denaro va utilizzato per l’edilizia popolare: “i soldi ci sono, dovete bloccare la vendita degli appartamenti di via Case Nuove e assegnare gli alloggi”. Una scelta che il sindaco Silvia Marchionini ha respinto. “Ci sono tante esigenze – ha detto – e i soldi vanno via in fretta. Ci sono aree degradate di privati come l’ex Restellini o il parcheggio di via Buonarroti, c’è Villa Simonetta che cade a pezzi…”. Contrario a riaprire il capitolo di via Case Nuove anche il capogruppo Pd Marco Tartari: “quegli appartamenti sono mal realizzati, non si possono neanche appendere i pensili e per arredarle bisogna acquistare mobili più costosi”.
Oltre che a questioni di merito, sul consuntivo 2015 ci sono state le forti obiezioni di Renato Brignone (Sinistra & Ambiente), Stefania Minore (Lega Nord) e Roberto Campana (Movimento 5 stelle) che lamentano la carenza della documentazione. “Il verbale dei revisori dei conti non ci è stato presentato in Commissione – ha detto Minore appellandosi al presidente del Consiglio comunale Pier Giorgio Varini – e l’abbiamo ricevuto solo oggi alle 13,45. Così non si può fare”. “Non sono esperto di numeri – ha aggiunto Brignone –, né sono ‘imparato’. Come posso farmi un giudizio se non posso leggere il parere degli esperti?”. Sul ritardo l’assessore alle Finanze Cinzia Vallone s’è giustificata con la fretta di chiudere il bilancio (la scadenza teorica era il 30 aprile).
Il Consiglio comunale, che ha registrato l’ingresso di Valentina Incerto (nel gruppo Comunità.vb ha preso il posto del dimissionario Marco Parachini), s’è impantanato per più di un’ora su un pasticcio amministrativo creato nella nomina del nuovo membro della Commissione locale del paesaggio. La norma vuole che la nomina sia decisa dalla giunta sentito il parere della conferenza dei capigruppo. Il parere non è mai stato dato, ma nel testo pubblicato figura come se fosse avvenuto. Un falso in atto pubblico – hanno detto Campana, Minore e Brignone. Varini s’è giustificato con “l’errato presupposto che la discussione fosse avvenuta” e ha proposto una riunione “volante” della conferenza dei capigruppo per sanare la delibera. Su questa proposta è scoppiato il caos. I gruppi di minoranza hanno parlato di mancanza di rispetto, di prassi non rispettata, di arroganza. Vladimiro Di Gregorio (Sinistra Unita) e Giordano Andrea Ferrari (Pd) hanno convenuto di revocare la delibera e ripartire da zero. Ma alla fine Varini, dopo una pausa di qualche minuto e dopo che la segretaria generale Agata Papiri – chiamata in causa – con un po’ di imbarazzo se n’era lavata le mani (“non sta a me revocarla”, “io non l’ho validata”), ha riunito i capigruppo senza che quelli di minoranza partecipassero.