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VERBANIA – 03.05.2016 – Fotocopia o documento falso?

Senza patente dal 2008 per aver perso tutti i punti, Roberto Amato continuava a guidare e a circolare sulle strade della provincia, correndo il rischio d’essere fermato. Rischio che, negli ultimi anni, s’è materializzato due volte: nel 2011 con i vigili di Gravellona Toce, nel 2012 con la Forestale. Al primo posto di blocco se l’era cavata con una multa e una denuncia, ma al secondo commise un’imprudenza che gli è costata un processo per concorso in falsità materiale.

Il 7 dicembre del 2012, alle 15, Amato viaggiava sulla provinciale Mergozzo-Premosello. A Candoglia una pattuglia della Forestale era in servizio per verifiche stradali. Fermato, l’automobilista fu invitato a presentare documenti e libretto. “La patente non l’ho con me”, disse spiegando d’aver cambiato giacca. Un controllo in banca dati svelò che era stata revocata, appunto, da oltre tre anni. Ciò che insospettì i Forestali fu però la richiesta dell’automobilista di vedersi assegnato un verbale, non per guida con patente revocata, ma per la mancata presentazione del documento (che comporta pene minori) come accaduto in precedenza a Gravellona. Respinta la richiesta e completate le pratiche – compreso il fermo amministrativo del veicolo, intestato alla compagna di Amato – i Forestali vollero andare a fondo. Un controllo alla municipale tocense fece emergere il verbale in cui l’automobilista, a due mesi dalla multa del 2011, era andato in ufficio e prodotto la patente evitando la sanzione più grave. La patente, tuttavia, da tre anni giaceva sigillata in una busta alla Motorizzazione di Domodossola. Deducendo che il documento presentato fosse quindi falso, la Forestale lo denunciò.

Ieri Amato è stato processato per concorso in falsità materiale e guida senza patente. Il secondo reato è stato depenalizzato in febbraio, per il primo è stato assolto per il principio del ne bis in idem. Il suo avvocato, Andrea Cattaneo, ha dimostrato che per l’episodio di Gravellona c’era già stato un pronunciamento di primo grado (al quale s’è appellato e che gil sarà cancellato proprio perché la guida senza patente è stata depenalizzata) e che quindi non si può subire un secondo processo. Secondo il pm Sveva Di Liguoro non c’erano i presupposti per l’assoluzione, ma per la prescrizione, essendo la falsificazione avvenuta nel lontano 2008 (dopo sarebbe stato impossibile, perché la patente era sigillata alla Motorizzazione). Tra i testimoni ascoltati in aula anche il vigile di Gravellona che curò la pratica e che firmò una fotocopia della patente revocata, sostenendo di averla ricevuta in originale ma non potendo nemmeno escludere che l’avesse avuta a sua volta in copia. Alla fine hanno prevalso le tesi della difesa il giudice Marta Perazzo ha assolto l’automobilista incauto.