OMEGNA – 04.05.2016 – In principio fu un maglioncino
di marca Moncler a modico prezzo. A acquistarlo, in uno dei punti vendita di proprietà dell’imprenditrice cusiana Roberta Incognito, è stato un maresciallo della Guardia di finanza che, insospettito dal prezzo basso della fattura, ha voluto vederci chiaro. È nata da questo episodio l’indagine che ha portato a processo la titolare dell’azienda e il fratello e che s’è chiusa con una condanna e un assoluzione.
La tenenza di Omegna della Gdf nel 2012 aveva perquisito i due punti vendita di Omegna, quello di Baveno e quello di Verbania, trovando nei depositi, ma anche in vendita negli scaffali, circa 300 capi di diverse griffe famose risultati taroccati. Ricettazione e vendita di prodotti falsi era l’accusa per Roberta Incognito, con il concorso del fratello, ritenuto dall’accusa il vero amministratore della società. La prima è stata condannata – con la sospensione della pena – dal giudice Rosa Maria Fornelli a 6 mesi e 200 euro di multa (18 mesi e 4.500 euro di multa la richiesta del pm Anna Maria Rossi). Il fratello è stato assolto. Il giudice non ha accolto la tesi della difesa secondo cui i capi erano un’eredità della precedente gestione – la cognata dell’imputata – incautamente utilizzati. Nel processo s’è costituita parte civile la società che distribuisce in Italia il marchio Peuterey. Ha ottenuto 2.000 euro di risarcimento per alcuni capi trovati nei depositi dell’azienda di Incognito appartenenti a una partita di merce rubata.