DOMODOSSOLA- 05-05-2016- "Siamo a una svolta. Dopo tre anni di lavoro, per il disegno di legge piccoli Comuni e Montagna siamo finalmente giunti a un testo base condiviso anche con il Governo. Ci sono tutte le condizioni per giungere a una rapida approvazione in sede di commissione alla Camera dei Deputati entro la fine del mese di maggio, e all'approvazione dell'aula entro l'estate".
Così l'on. Enrico Borghi, presidente Uncem e dell'Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della montagna, co-relatore della legge sui piccoli Comuni, i centri storici e i territori montani (insieme con altri due relatori, gli on. Tino Iannuzzi e on. Antonio Misiani). Il testo contiene norme per la semplificazione amministrativa e lo snellimento delle procedure, per la salvaguardia dei servizi postali e delle attività scolastiche, per lo sviluppo della rete in banda ultralarga, per la riqualificazione dei centri storici e la promozione di alberghi diffusi, per il recupero di case cantoniere Anas e stazioni ferroviarie disabilitate, per la incentivazione della filiera corta di produzione e vendita diretta, per il contrasto all'abbandono di terreni e fabbricati. È previsto un fondo di 100 milioni di euro per finanziare progetti e interventi per lo sviluppo strutturale, economico e sociale delle aree montane.
"Ci sono due elementi chiave sui quali abbiamo lavorato - spiega l'on. Borghi - per dare un futuro alle comunità che vivono nei piccoli Comuni d'Italia e nelle aree rurali e montane. Il primo è il tema dello sviluppo: se non creiamo le condizioni per la crescita e l'impiego delle risorse di questi territori, non ci possono essere prospettive di insediamento per il futuro ed è concreto il rischio dell'assorbimento da parte delle aree metropolitane, che offrono lavoro, cultura, servizi e innovazione in maggiore quantità. Il secondo è il tema dei servizi: senza assicurare certezze nel campo dei servizi di base - scuole, servizi postali, trasporti, sanità - vengono meno i diritti di cittadinanza". Lo sviluppo è una funzione fondamentale dei Comuni, da esercitarsi in forma associata attraverso le Unioni dei Comuni e le Unioni dei Comuni montani. È il "mestiere" dei Sindaci, i quali sono chiamati a lavorare per creare le condizioni della crescita del loro territorio, oltre che per assicurare servizi.
"Per la prima volta, una legge della Repubblica afferma che l'insediamento delle comunità umane nei piccoli Comuni è definito risorsa a presidio del territorio, soprattutto per le attività di piccola e diffusa manutenzione e tutela dei beni comuni", evidenzia il deputato ossolano.
Innovazione, con il piano "banda ultralarga" e attuazione dell'Agenda digitale nelle aree rurali e montane, oltre ai due pilastri: agricoltura e turismo. Molta attenzione viene data al comparto primario, "perché su di esso - evidenzia Enrico Borghi - ci sono i maggiori spazi di occupazione giovanile e perché l'agricoltura di montagna svolge una funzione chiave nella logica dello sviluppo sostenibile. Per questo ci saranno misure di promozione della filiera corta, di vendita diretta dei prodotti agroalimentari a chilometro zero, di agevolazione per gli imprenditori agricoli residenti nei piccoli Comuni. Il turismo, in connessione con il recupero dei centri storici, è uno dei volani dello sviluppo locale dei piccoli Comuni. Per questo prevediamo attività di recupero e riqualificazione dei centri storici, di promozione di alberghi diffusi, di acquisizione di beni demaniali". Su scuole e trasporti, riprendendo lo schema della Strategia Nazionale Aree Interne, la legge impone alla Presidenza del Consiglio di realizzare due specifici atti vincolati, il piano per i trasporti delle aree interne e montane, e il piano per l'istruzione delle aree rurali e montane.
E i soldi? "La legge lavora su due piste - spiega Borghi - Da un lato finalizza a favore delle comunità residenti nei piccoli Comuni risorse già esistenti per il miglioramento di servizi e infrastrutture. E dall'altro crea un fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale dei piccoli Comuni per il quale è stanziata la somma di 100 milioni dal 2017 al 2023. Ciò non esclude che, una volta creato il capitolo, soprattutto in connessione con la capacità degli enti locali di realizzare progetti, si possano rinvenire ulteriori risorse, soprattutto di natura europea, in modo tale da usare tali risorse come moltiplicatore".