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ass v b 16
MARGHERA – 05.05.2016 – Un ribaltone.

Nella sostanza e contro i pronostici è questo il termine che meglio fotografa l’esito dell’attesa assemblea di Veneto Banca. Per il board uscente quello odierno è un 5 maggio non diverso da quello in cui Alessandro Manzoni celebrò la morte di Napoleone Bonaparte. La Waterloo del cda uscente è stato il Pala Expo Venice di Marghera. Nella prima volta di un’assemblea lontana da Montebelluna e nella prima volta di un voto non capitario ma deciso dal numero di azioni possedute, è accaduto un fatto inaspettato. La lista guidata dal presidente Pierluigi Bolla e dall’ad Cristiano Carrus ha perso: 57,9% contro 37,2%. In pochi se l’aspettavano alla vigilia, sia per l’endorsement dei sindacati a favore della lista del cda, sia per la lettera della Bce che “ricordava” agli avversari i criteri cui erano soggetti i candidati. Il clima della vigilia è stato infuocato con polemiche e bordate. C’è stato uno scontro a tutto campo dal quale è uscito con i galloni di generale Stefano Ambrosini. Quarantotto anni, torinese, docente all’Università del Piemonte orientale, commissario di grandi crisi industriali (Alitalia in primis) e già nel consiglio della Compagnia di San Paolo, era al comando della lista delle associazioni dei soci (piccoli e medi). Con lui entrano nel cda Carlotta De Franceschi (già consigliere economico di Palazzo Chigi e indiziata del ruolo di vicepresidente), Matteo Cavalcante di “Per Veneto Banca”, Giovanni Schiavon dell’”associazione azionisti Veneto Banca”, Roberto Nevoni, Dino Crivellari, Maria Cristina Bertellini, Laura Della Vecchia, Aldo Locatelli, Debora Cremasco, Fabio Bassan e Michele Padovani. Come “minoranza” avranno un posto il presidente uscente Bolla, imprenditore vitivinicolo, e Carru, che è anche il direttore generale dell’istituto.

Che l’esito sarebbe stato questo lo si era capito dal voto per il numero dei componenti. Agli 11 proposti dal board s’è opposta la soluzione a 14 caldeggiata dalla lista Ambrosini. Ha prevalso quest’ultima, lanciando la volata per la nomina del cda. Che il neopresidente ha già deciso di convocare in serata perché i tempi stringono e alle porte ci sono scadenze e decisioni vitali per l’istituto di credito.