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MARGHERA – 05.05.2016 – Rassicurare i mercati,

blindare l’aumento di capitale (anche con il fondo Atlante), cercare un partner e far causa agli amministratori che hanno messo in ginocchio la banca. Sono queste, in ordine nemmeno troppo sparso, le priorità del nuovo cda. Priorità che non sono nuove, ma che tali appaiono perché a portarle avanti è un board tutto nuovo, in discontinuità con quello che ha finora gestito la delicata fase nella vita di Veneto Banca. Il ribaltone andato in scena oggi a Marghera mette Montebelluna ancor più al centro della scena. Il nuovo presidente Stefano Ambrosini sa che bisogna correre e che entro una settimana – come caldeggiato dalla Bce – si deve completare l’aumento di capitale da un miliardo di euro. Che, novità, si potrebbe anche fare con il fondo Atlante, il veicolo speciale ideato da governo e Banca d’Italia con l’apporto dei privati per garantire la stabilità del sistema creditizio nazionale e irrobustire il patrimonio degli istituti in difficoltà. Il duo Bolla-Carrus era scettico su questo strumento. I nuovi vertici molto meno. Un’altra esigenza a breve è inaugurare il dossier per la scelta di un partner che traghetti Veneto Banca definitivamente fuori dalle secche. In questo senso il cambio al vertice potrebbe modificare anche le strategie.

Nel giorno in cui è stato approvato il bilancio 2015 la notizia, invocata dai soci, è che ci sarà un’azione di responsabilità verso Flavio Trinca, Vincenzo Consoli e i vecchi vertici dell’istituto, quelli che l’hanno gestito sin quasi al baratro, viene proprio da Ambrosini, che su questo punto non ha alcun dubbio.