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wafa koraichi
MILANO – 07.05.2016 – Dopo una settimana in cella

di isolamento, Wafa Koraichi è stata trasferita. La ventiquattrenne marocchina residente a Baveno che dieci giorni fa è stata arrestata dai Ros dei carabinieri su mandato della Direzione distrettuale antimafia di Milano perché sospettata d’essere affiliata alla jihad si trova nel carcere di San Vittore insieme a altre detenute. L’attenuazione delle misure restrittive è giunta dopo l’interrogatorio di garanzia alla quale è stata sottoposta. Assistita dall’avvocato Laura Pedretti, ha risposto alle domande del gip Manuela Cannavale e del sostituto procuratore Francesco Cajani. Ha negato di far parte di un gruppo terroristico, respingendo le accuse d’essere stata intermediario tra il fratello Mohammed – foreign fighter per il Califfato in Siria, doce un anno e mezzo fa è andato insieme alla moglie e ai tre figli – e Abderrahim Moutaharrik, il kickboxer di Lecco che voleva andare a combattere sotto la bandiera dell’Isis.

Nonostante la revoca dell’isolamento Wafa può solo parlare con il suo legale. Il marito – la coppia ha una bambina piccola – non l’ha ancora potuta vedere, così come i genitori. In queste ore la difesa sta valutando se chiedere la scarcerazione rivolgendosi al tribunale del Riesame.