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montani enrico tifoso
VERBANIA – 10.05.2015 – Ventun mesi di squalifica

e cinquemila euro di multa. A un anno e mezzo di distanza dai “fattacci” di Verbania-Chieri, match di serie D di calcio finito 0-5 sul campo ma soprattutto finito con un parapiglia al parco Robinson, è arrivato il primo verdetto della giustizia sportiva.

Un verdetto pesante soprattutto per i biancocerchiati, cui è comminata l’ammenda da cinquemila euro e la squalifica di tre dirigenti: il presidente Francesca Pangallo (un mese), il patron Enrico Montani (sei mesi) e Marco Magni (sei mesi). Paga anche il calciatore Altin Shala (sei mesi anche per lui), allora capitano dell’undici verbanese e oggi tesserato del Baveno che, per quella rissa, è già stato colpito nell’aprile 2014 dal Daspo di un anno firmato dal questore del Vco. La giustizia sportiva non risparmia neanche il giocatore del Chieri Luciano Rabbeni, fermato per due mesi perché ha sporto una querela penale senza chiedere l’autorizzazione della Figc.

I fatti risalgono al 5 gennaio 2014. L’anno solare inizia con la goleada dei torinesi che acuisce la crisi sportiva del Verbania. In campo vola qualche parola grossa e sale la tensione. Ma non ci sono incidenti, almeno fino all’uscita dallo stadio. Il Chieri ha posteggiato il pullman a lato di parco Robinson. Nei pressi del mezzo s’accende un parapiglia e Rabbeni viene colpito con calci e pugni. Il giorno dopo il giocatore si farà visitare a Torino ricevendo una prognosi di 4 giorni per una contusione alle ossa nasali e poi sporgerà querela. La sua società di allora (oggi Rabbeni è tesserato per i friulani del Kras Repen. I poliziotti della Digos stendono un rapporto che comporta il Daspo per Shala il 14 gennaio presenta un esposto alla Procura federale, che avvia le indagini. A febbraio la conclusione con il patteggiamento di Rabbeni per la violazione della clausola compromissoria. Il 29 aprile a Roma la sentenza del Tribunale federale nazionale.

Secondo la ricostruzione della giustizia sportiva Shala, Montani e Magni sono coloro che, materialmente, hanno picchiato con calci e pugni il giocatore. Il presidente Pangallo è responsabile per il suo ruolo nel club e per aver permesso ai due dirigenti non inseriti nella distinta di gioco di aver avuto accesso all’area riservata.

L’accusa si fonda sulle cartelle cliniche di Rabbeni, sulla relazione della polizia in servizio al “Pedroli” secondo cui “un gruppo di persone inseguiva” il calciatore e sulla dichiarazione raccolta da Rabbeni che ha riferito d’essere stat “aggredito da tre persone all’uscita dello stadio… ed in particolare da un uomo di corporatura robusta che indossava la sciarpa del Verbania Calcio, dal presidente del Verbania Calcio e dal giocatore ‘Scialla’ squalificato ma presente in tribuna”. La ricostruzione è stata confermata dal commissario della Lnd Angelo Fioretti.

In loro difesa Magni ha affermato di non essere presenti e Montani d’aver visto in effetti un uomo aggredire con la sciarpa biancocerchiata aggredire Rabbeni ma di non saperlo identificare.

Per il tribunale sportivo è stato sufficiente per comminare la squalifiche, che sono inferiori alle pene richieste dalla Procura federale, che aveva proposto un anno a Shala, Montani e Magni, e tre mesi a Pangallo. La multa, invece, che doveva essere di mille euro, è salita a cinquemila.