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VERBANIA – 18.05.2016 – Cento passaggi non pagati 

al casello dell’autostrada. È di truffa e insolvenza fraudolenta l’accusa dalla quale si deve difendere Mohamed Assab, marocchino residente a Omegna già al centro della cronaca giudiziaria nei giorni scorsi. L’uomo, che si trova ai domiciliari e ha in corso un processo per spaccio, deve rispondere del mancato pagamento del pedaggio. Un controllo di autostrade per l’Italia effettuato nel 2014 rivelò che una Peugeot 205 intestata a un cusiano aveva eluso il ticket ripetutamente, sempre entrando alla Barriera del Lago Maggiore. Era accaduto con insistenza tra il giugno e il settembre del 2014, cento volte in quattro mesi per un totale non saldato di 1.778,22 euro. L’automobilista agiva prevalentemente sulle corsie telepass e viacard, mettendosi in coda a un cliente dotato di scheda o apparecchio per evitare la chiusura della sbarra. Quando non era possibile andava alla cassa automatica, chiedeva assistenza e si faceva rilasciare l’avviso cartaceo di mancato pagamento (che non onorava), e in alcuni casi addirittura dichiarava al casellante di non possedere denaro o tessere, costringendolo a lasciarlo passare dietro segnalazione. In tutte queste operazioni – così ha spiegato oggi al giudice Luigi Montefusco il responsabile di Autostrade, costituita parte civile nel processo – l’identificazione avviene tramite la targa.

Che si trattasse di Assab l’ha stabilito l’indagine condotta dalla Polstrada di Genova, che prima ha verificato l’intestatario del libretto, riscontrando che in realtà il mezzo era stato venduto; poi chiedendo informazioni sulla donna che aveva stipulato la polizza assicurativa, cioè la compagna del marocchino. Questa, però, non poteva essere al volante non avendo mai conseguito la patente. E, dai controlli sul territorio effettuati dalle forze dell’ordine in quel periodo, è emerso che in tre occasioni Assab era al volante di quella Peugeot, due volte in compagnia di un passeggero, in un caso da solo.

Il pm Anna Maria Rossi procede nei suoi confronti per 33 episodi dei 100 segnalati, solo quelli cioè che iniziano nel trimestre antecedente la querela. Al termine dell’udienza odierna ha comunque preannunciato la volontà di modificare il capo d’imputazione, estendendolo a tutti i viaggi “gratis”. Il giudice Luigi Montefusco ha invece accolto la richiesta dell’avvocato difensore, Marco Ferrozzi, di posticipare la testimonianza della compagna dell’imputato in modo da valutare prima se è possibile chiudere il contenzioso con un risarcimento. In caso contrario il processo andrà avanti. La prossima udienza sarà il 19 ottobre.