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viggiani marco intervista

DOMODOSSOLA – 20-05-2016- Marco Viggiani, candidato sindaco

della lista “Lavorando per l'Ossola” escluso dalle prossime elezioni dopo che il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso da lui presentato in una conferenza stampa ha espresso la propria amarezza e spiegato i punti su cui si fondava il ricorso:”Il primo era un vizio formale sull'atto di esclusione che nella copia autentica non conteneva le firme attestando che l'originale le firme non le aveva” Viggiani ha espresso la convinzione che secondo giurisprudenza consolidata, un atto amministrativo senza le firme è da considerarsi inesistente. “Dal momento – ha spiegato Viggiani - che il potere della commissione elettorale è quello di decidere le esclusioni, ma non le ammissioni perchè l'ammissione è una conseguenza diretta della presentazione della lista. Il provvedimento inesistente avrebbe comportato l'automatica inclusione nella gara elettorale anche della lista Lavorando per L'Ossola. Il secondo motivo era di manifesta incostituzionalità dell'articolo 73 della legge del 2012 che comporta il rispetto delle quote di genere che mi è stato contestato nella formazione della lista ritengo che questa norma sia manifestamente incostituzionale perchè intervenendo in un momento in cui si esplica il diritto alla libera associazione nella formazione della lista da parte di un cittadino porre dei vincoli o comunque discriminare una persona in ragione del sesso che sia uomo o che sia donna è una grave violazione dei diritti costituzionali. Il terzo motivo era invece una diversa interpretazione dell'articolo 73 in merito alla modalità di effettuazione del calcolo. Il calcolo secondo la modalità esposta avrebbe portato a sostenere regolare una lista di dodici componenti con nove uomini e tre donne L'ultimo motivo di appello riguardava invece la mancata applicazione della commissione elettorale dell'articolo 33 della legge del 1960 che prevede che prima di arrivare all'estrazione in ordine di lista la commissione avrebbe dovuto contestare delle irregolarità ai delegati della lista stessa e dare tempo fino al giorno successivo per ripristinare le percentuali che non risultavano rispettate questa cosa non è stata fatta dalla commissione elettorale tanto che arrivata l'ora dell'estrazione non avendo avuto contestazione pensavo fosse tutto a posto”. A pochi giorni dalla presentazione delle liste Viggiani si è trovato con meno persone a sostenerlo: “Un medico di Milano – ha detto Viggiani - non ha potuto più darci sostegno perchè appoggiava un' altra lista a Milano e ho perso anche due donne sul cui appoggio contavo, sono rimasto senza tre componenti ci siamo trovati dieci uomini e tre donne. Io potevo fare due cose, o lasciar perdere o rifare le firme su questa lista accorciata, fidando sul fatto di poter risolvere successivamente il problema, non mi sentivo di tradire il principio che ha costituito il mio gruppo e di chiamare persone all'ultimo momento, ho fatto un gruppo con persone giuste al posto giusto. Il mio è stato un discorso tecnico e delle specificità per le quali erano state chiamate a quel punto non me la sono sentita di tradire questo principio chiamando le prime persone che incontravo per la strada per formare la lista, confidando in particolare sulla legge 33 del 1960”.