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STRESA – 24.05.2016 – L’avevano definito un “crimine architettonico”

del “sindaco e della sua maggioranza”, definiti come “piegati servilmente all’interesse economico di un solo ricco cittadino”. Per queste frasi, affisse sui muri di Stresa nell’ottobre del 2013, tre ex consiglieri comunali sono a processo. L’accusa è diffamazione aggravata e gli imputati sono tre allora componenti del gruppo di minoranza “Insieme”: Giovan Battista Vecchi, Piero Vallenzasca e Lucio Augusto Casaroli. L’oggetto del contendere era la variante al Piano regolatore che concedeva la costruzione di un nuovo albergo sul lungolago. Una variante fortemente contestata da “Insieme”, che aveva espresso il loro disappunto anche sui muri, puntando l’indice contro il sindaco Canio Di Milia, che li ha denunciati. Al termine delle indagini i tre sono stati rinviati a giudizio. Il processo s’è aperto la settimana scorsa e proseguirà il 15 giugno. Di Milia è costituito parte civile con l’avvocato Guido Pitzalis.

La diatriba Vecchi-Di Milia ha scaldato gli ultimi anni del dibattito politico stresiano, trascendendo dall’aula del Consiglio comunale e approdando in quelle dei palazzi di giustizia. Il processo in corso a Verbania non è infatti l’unico per diffamazione. Il prossimo 8 luglio, infatt, a Milano si aprirà il processo d’appello per un’altra accusa di diffamazione. “Chi spreca ruba e... Di Milia è uno sprecone” era il titolo del giornalino elettorale pubblicato nel marzo del 2010 dalla lista “Stresa ci unisce” di Vecchi. Per quell’articolo, stampato a Busto Arsizio, il tribunale varesino ha condannato Vecchi nel dicembre del 2012 a 600 euro di multa e a 5.000 euro di risarcimento all’allora sindaco Di Milia.