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pandolfo flavio

VARESE-27-05-2016-  Tra i sei candidati sindaco di Varese, con

la lista “La sinistra per Varese futura” c'è anche un domese, Flavio Pandolfo, 54 anni, architetto, da una ventina d'anni trasferitosi nella provincia limtrofa a quella natia per lavoro: “Da venti e più anni vivo e lavoro a Varese- spiega- sono nato dall’altra parte del lago Maggiore e dopo aver girato un po’ sono arrivato in quello che da ragazzino aveva i contorni del luogo ideale. Varese, nell’immaginario collettivo di chi come me la vedeva da fuori, pur essendovi per radici materne correlato, era l’esempio della città a misura d’uomo, piccola ma vincente, operosa, brillante, ricca, in una parola: viva. Il piccolo Davide che travolgeva i Golia russi o madrileni vincendo filotti di coppe dei campioni con personaggi mitici: Dino, Morse, Yelverton, Raga. Ricordo ancora quando, bambino, mio zio mi portò al PalaIgnis: che emozione. E poi prodotti celeberrimi e nomi a tutti familiari: Bticino, Aermacchi, Ignis, Cagiva (il sogno di ogni adolescente), DiVarese, così forte da essere di per se marchio vincente. Un passato enorme. Vivendoci ho incontrato una realtà differente, ancora luminosa ma di cui si percepiva con chiarezza l’imbocco del viale del tramonto. Vent’anni e oltre di amministrazione autoreferenziata, involuta e chiusa della città e, a salire, dei livelli superiori, hanno portato alla stasi attuale. Imbarazzante. Varese non era e non è più la città dei sogni, e questo non è accettabile”.