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VERBANIA – 01.06.2016 – Nessuna diffamazione,

sono stati raccontati solo fatti veri. Paolo Lerede, avvocato di Paolo Ferraris, ha chiesto l’assoluzione per il suo assistito, il blogger di AronaTv che è stato denunciato dal vicesindaco Federico Monti per diffamazione e che è a processo a Verbania. Il procedimento ieri ha vissuto la sua ultima udienza – il 19 luglio ci saranno repliche e sentenza –, che giunge a tre anni di distanza dai fatti. Tutto ruota attorno al concerto che Rossana Casale tenne alla Fiera di Arona il 1° giugno 2013. Un concerto commissionato dall’Ente fiera e sovvenzionato dal Comune. Un concerto in cui Monti, allora assessore e oggi vicesindaco, si esibì come batterista. Questo show, il giorno dopo, ebbe eco su AronaTv, in un articolo in cui si affermava che il gruppo dell’assessore suonava con i soldi del Comune, dando conto dei 15.000 euro stanziati dall’Amministrazione aronese. Immediata arrivò la replica del manager della Casale, che precisò come il compenso dell’artista fosse stato di poco superiore ai 5.000 euro. I 15.000, infatti, erano la cifra totale per tutti gli eventi della Fiera del 50°. “Ma io non lo sapevo – ha testimoniato Ferraris –. Avevo in mano un atto ufficiale firmato dal dirigente del Comune in cui si stanziavano 15.000 euro per un solo evento. E sapendo che quello di Casale era a pagamento, dedussi che fosse quello. Il giorno dopo pubblicai subito la rettifica del manager. Non ho mai avuto intenzione di diffamare Monti, né ho detto che s’è intascato i soldi pubblici”.

Chiamato a testimoniare, il manager dell’artista ha confermato le cifre dei pagamenti e la gratuità della prestazione musicale dell’assessore, per il quale era stato organizzato un evento speciale. “Rossana non suona più con un batterista nel gruppo – ha detto – per questo lo spettacolo è stato interamente riarrangiato per poter inserire Monti, amico di lunga data della cantante”.

Per Lerede, che ha sottolineato come al concerto non fosse stato detto che Monti suonava per un’amichevole partecipazione, l’errore nella cifra non è una diffamazione verso il vicesindaco perché i fatti sono veri. È vera la dazione di denaro pubblico, è vero che il politico ha suonato tutta la sera, è vero che quello era il gruppo di Monti.

Il pm Guido Dell’Agnola, che ha chiesto come condanna un’ammenda di 1.000 euro, ha parlato di pressapochismo nel verificare la notizia.

Monti, costituito parte civile, tramite il suo avvocato chiede un indennizzo di 3.000 euro e il pagamento delle spese legali.