VERBANIA – 09.06.2016 – Meno concentrati
e più distribuiti sul territorio. È questo il futuro dei profughi nel Verbano Cusio Ossola come lo immagina il prefetto Iginio Olita. Il nuovo inquilino di Villa Taranto, arrivato a Verbania da pochi giorni, s’è trovato sul tavolo le richieste del governo centrale per nuovi arrivi, parzialmente già avvenuti. Da quando il Viminale ha cambiato le direttive, decidendo che la ripartizione dei richiedenti asilo tra le province all’interno delle Regioni avvenisse non più in proporzione alla popolazione, ma a quote fisse, s’è presentata una richiesta di 70 posti, in due tranche da 30 e 40. La prima ha portato ai 21 di Vogogna che, collocati all’ex hotel Leon d’Oro, tanto hanno fatto discutere.
“Abbiamo accolto meno persone di quanto ci è stato chiesto – ha spiegato oggi Olita in una conferenza stampa sul tema –, ma verosimilmente dovremo alzare la quota perché su questo non c’è spazio di discussione”.
Da qui la necessità di un dialogo e di un coinvolgimento che passa dal recente tavolo su migranti costituito a Villa Taranto ma anche da due proposte avanzate proprio dal prefetto, che ha seguito questa materia a Verona e nel Veneto.
“La prima proposta è verso i privati. Le grandi strutture di accoglienza scarseggiano e vorremmo dividere la concentrazione di profughi in più paesi con nuclei di numero ridotto che siano facilitati all’integrazione – ha spiegato –. Chi ha appartamenti sfitti da affittare si faccia avanti e lo metteremo in contatto con le cooperative che hanno in appalto il servizio e con le quali potranno concordare un contratto”. L’idea di ampliare il numero di posti non è slegata dal controllo. “Naturalmente non metteremo negli appartamenti i neoarrivati, ma persone già integrate e autosufficienti”, ha precisato.
La seconda proposta è l’impiego dei migranti in lavori utili agli enti locali, a costo zero. “Proponiamo una convenzione a tre: prefettura, cooperativa e enti locali o associazioni – ha affermato –. Verrebbero impiegati nella pulizia strade e in piccole manutenzioni. L’unico costo sarebbe l’assicurazione dell’Inail, che in molti casi sarebbe gratuita perché a carico dello stato”.