ARIZZANO – 10.06.2016 – Polizia, carabinieri
e Guardia di finanza. Personale in divisa e in borghese, un piccolo esercito schierato a Arizzano, con la vecchia strada Intra-Premeno quasi del tutto bloccata. Sono stati attimi concitati quelli vissuti oggi pomeriggio nella casa delle suore di Maria Consolatrice a Cresseglio, che da due anni è centro di accoglienza per profughi con una sessantina di posti. Gli ospiti hanno iniziato a rumoreggiare dopo pranzo e attorno alle 16 la situazione è degenerata, provocando l’immediato intervento delle forze dell’ordine. Il capo di gabinetto della questura, Giovanni Pappalardo, ha parlato a lungo con alcuni di loro cercando di ricondurli alla calma e di far rientrare la protesta. Una protesta la cui causa scatenante, almeno ufficialmente, è stata la richiesta di avere un frigorifero in cui riporre, in questo periodo di ramadan, bevande da consumare fredde. Le proteste sul cibo, sull’alloggio e sulle lungaggini burocratiche per il riconoscimento dello status di profugo, non sono una novità nei centro di accoglienza del Verbano. In particolare di Arizzano, dove le forze dell’ordine sono intervenute più volte anche a riscontrare reati penali. Il 22 ottobre dell’anno scorso un giovane che s’era allontanato dalla casa, al rientro non previsto aveva dato in escandescenze tentando di rapinare l’operatrice del denaro che custodiva in una busta utilizzata come cassa per le piccole elargizioni di contanti quotidiane (1,5 euro a testa).
Fu allora che il sindaco di Arizzano Enrico Calderoni, presente anche oggi sul posto, chiese alla prefettura di ridurre il numero di posto, di far ruotare le persone e di avere più controlli.
Un anno esatto fa, il 16 giugno, profughi di Arizzano e della Sacra Famiglia di Verbania marciarono fino alla questura e alla prefettura per chiedere tempi certi e brevi nei permessi di soggiorno.
Alcun richiedenti asilo sono stati coinvolti anche in fatti di cronaca, come il furto di capi d’abbigliamento da un negozio di Intra e – ancor più grave – le molestie e gli atti osceni con tentativi di palpeggiamento a due giovani madri da parte di un profugo che si stava masturbando sul lungolago di Intra.
Pur ricondotta alla calma, la situazione oggi è stata tesa, con parole concitate, toni di voce molto alti e i profughi pronti a scattare ogni volta che fotografi e operatori dei mezzi di informazione li immortalavano, anche se dall’esterno della struttura, cioè dalla pubblica via.