BROVELLO C. - 07-03-2024 -- La prima l’ha pagata (e cara), contro la seconda ha presentato ricorso. E ha vinto. Nei giorni in cui il governo tira il freno a mano sugli autovelox indiscriminati e, in generale, sui sindaci-sceriffi, dalla prefettura del Verbano Cusio Ossola arriva lo stop alla pratica della multa a domicilio del sindaco-vigile di Brovello Carpugnino.
Davide Inzaghi, che dopo le elezioni del 2022 aveva debuttato col noleggio dell’autovelox -in un giorno di attività aveva sanzionato 45 automobilisti per eccesso di velocità- è firmatario del verbale per omessa precedenza che Villa Taranto ha annullato. Sul finire dello scorso anno un’automobilista che, residente nel Vergante, quotidianamente scende per lavoro a Stresa passando dal borgo collinare, s’era vista recapitare per posta una multa abbastanza salata: 187,75 (di cui 20,75 euro di spese di notifica) per non essersi fermata, dando la precedenza, ai pedoni che attraversavano la strada in via Marconi, a due passi dal municipio. L’infrazione era stata rilevata proprio da Inzaghi che, poiché a Brovello non ci sono stazione dei carabinieri o commissariato di polizia, per legge è ufficiale di polizia giudiziaria autorizzato a questi compiti.
L’automobilista, che non ricordava l’episodio, di fronte a una contestazione che difficilmente poteva smentire pur non essendosi accorta di nulla, pagò in forma ridotta entro i 5 giorni la somma di 137,65 euro, subendo però allo stesso tempo la decurtazione di otto punti dalla patente.
Con sua sorpresa, a pochi giorni di distanza, ricevette un altro verbale del tutto simile, riferito a una data diversa, d’una settimana successiva. Domandandosi come fosse possibile che per due volte sulle stesse “zebre” non avesse dato la precedenza ai pedoni, senza accorgersene, e che in entrambe le occasioni fosse stata sanzionata senza contestazione immediata, si rivolse a un avvocato, anche perché la multa-bis, con ulteriore decurtazione di punti, in quanto commessa entro i due anni le sarebbe valsa la sospensione della patente.
Assistita da un legale, l’automobilista ha impugnato il verbale contestando che il codice della strada impone al pubblico ufficiale -primo cittadino compreso- di essere riconoscibile tramite divisa o segnale distintivo (pettorina, paletta, placca o altro). La prefettura, che ha chiesto al sindaco-vigile chiarimenti, ha concluso che la norma non è stata rispettata e ha annullato il verbale, con il rammarico della signora che, se avesse contestato anche il primo, avrebbe risparmiato 137,65 euro e si ritroverebbe otto punti in più sulla patente.