PIEMONTE- 07-04-2024-- Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, la disforia di genere ‘è una condizione caratterizzata da una intensa e persistente sofferenza causata dal sentire la propria identità di genere diversa dal proprio sesso’. Persone sessualmente di genere maschile che si sentono donne o persone sessualmente di genere femminile che si sentono uomini.
A livello medico, la disforia di genere è anche chiamata incongruenza di genere.
Mentre fino a poco tempo fa l’incongruenza di genere era considerata una malattia mentale e psichiatrica, la recente classificazione delle malattie, a livello internazionale (ICD-11), la esclude dalle malattie e la inserisce nel capitolo della salute sessuale.
Tuttavia, è uno stato di profonda sofferenza, depressione, difficoltà di inserimento sociale e ansia tanto da portare le persone ad intervenire sul proprio corpo per renderlo simile a come si sentono.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, ‘la prevalenza della disforia di genere negli adulti (maggiore di 18 anni) è di 0.005-0.014% per le persone con sesso biologico maschile e 0.002-0.003% per le persone con sesso biologico femminile. La disforia di genere, quindi, è più frequente nella forma MtF con un rapporto maschio/femmina di circa 3:1. Nei bambini sotto i 12 anni, il rapporto maschio/femmina va da 3:1 a 2:1; mentre negli adolescenti, oltre i 12 anni, il rapporto maschio/femmina è di circa 1:1.7’.
Non bisogna commettere il gravissimo errore di ritenere la disforia di genere dipendente dall’orientamento sessuale, che è invece l'attrazione sessuale ed affettiva verso una persona dello stesso sesso (omosessualità), del sesso opposto (eterosessualità) o di entrambi i sessi (bisessualità). Non bisogna quindi fare confusione.
In Italia, la diagnosi della disforia di genere, soprattutto nei bambini, è fatta da una équipe multidisciplinare e specialistica e in cui l'assistenza psicologica, psicoterapeutica e psichiatrica non sia risolutiva e quindi vengono prescritti dei farmaci.
In tal senso l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha disposto che tutti i farmaci che riguardano la disforia di genere siano erogati gratuitamente dal servizio sanitario nazionale (Nota 51). Il più famoso è il farmaco Triptorelina che viene somministrato per via sottocutanea o per via intramuscolare.
Il farmaco è un analogo dell’ormone GnRH e ha lo scopo di fermare la pubertà dei bambini e dei ragazzi, dietro autorizzazione dei genitori o dei tutori dei minorenni. Vi è tuttavia, e di recente, ampia discussione scientifica sull’opportunità dell’uso della Triptorelina per i gravi effetti collaterali che potrebbe provocare. Il caso dell’ospedale Careggi di Firenze è emblematico.