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parlamento europeo

 

PIEMONTE- 21-04-2024-- Sta per approssimarsi la scadenza delle candidature al Parlamento europeo (si vota sabato 8 e domenica 9 giugno) e tutti i partiti sono impegnati a candidare i propri iscritti.
C’è però una prassi, tutta italiana, frutto di un ‘giochetto’ elettorale del quale nessuno parla.
La legge che prevede l’elezione al Parlamento europeo, in Italia, è la n. 18 del 1979.


Se ci soffermiamo in particolare agli articoli 5-bis e 6 della legge, leggiamo che vi sono delle incompatibilità tra l’essere eletto come parlamentare europeo e determinate cariche.
Non può essere parlamentare europeo un deputato o un senatore; non può essere parlamentare europeo un componente del governo, un presidente di regione, un assessore regionale, un consigliere regionale, un presidente di provincia o un sindaco con popolazione superiore a 15 mila abitanti.


Eppure, abbiamo assistito in questi giorni alla ufficializzazione di candidati che sarebbero incompatibili (Tajani, Bonaccini e altri, per fare qualche esempio).
Quindi perché queste persone si candidano pur sapendo che in caso di elezione sarebbero incompatibili e dovranno scegliere quale delle due cariche occupare?
La risposta è fin troppo ovvia: si candidano perché sono a capo di un partito, hanno cariche di governo, sono presidenti di regione e così sperano di portare più voti possibili al loro partito candidandosi personalmente e sfruttando la loro posizione di leadership.


Peccato che, una volta eletti, rinunceranno alla carica di parlamentare europeo in modo che al loro posto vadano coloro che, probabilmente, non avrebbe ottenuto i loro voti. Infatti, in caso di rinuncia per incompatibilità, l'ufficio elettorale nazionale li dichiarerà decaduti e li sostituirà con il candidato che, nella stessa lista e circoscrizione, segue immediatamente l'ultimo eletto (art. 6, terzo comma, Legge 18/1979).


Insomma, andranno al Parlamento europeo, in molti casi, emeriti sconosciuti che subentreranno a deputati, senatori, presidenti di regione che hanno momentaneamente ‘prestato’ la loro faccia per le elezioni, ma che non avevano affatto intenzione di diventare parlamentari europei.
Voteremo qualcuno al Parlamento europeo, ma ce ne ritroveremo qualcun altro…
Un ‘giochetto’ che va avanti da decenni…
Carlo Crapanzano