SULZANO – 19.06.2016 – In 55.000
ieri – giorno di apertura – vi hanno camminato sopra, ripresi e immortalati da telecamere e macchine fotografiche che hanno raccontato al mondo l’ultima, estrema proposta di Christo, l’artista franco-bulgaro che sul lago d’Iseo ha inventato “The floating piers”. I moli galleggianti, letterale traduzione in italiano, sono un’installazione artistica a forma di passerella larga 13 metri e lunga quattro chilometri e mezzo che collega Sulzano a Monte Isola – con una diramazione per l’isolotto di San Pietro – e che permette di camminare sulle acque della sponda bresciana del lago d’Iseo. Resterà aperta tutto il giorno (anche di notte) fino al 3 luglio e conta di raccogliere un milione di visitatori.
L’idea in sé è tanto semplice, quanto scenograficamente spettacolare. E economicamente sostenibile perché, come accaduto in passato, Christo finanzia la sua opera (il costo: 15 milioni di euro) vendendo opere, disegni e bozzetti. “The floating piers”, che ha suscitato una certa invidia anche sul Verbano – in tanti l’avrebbero visto bene alle Isole Borromee o all’Isolino San Giovanni a Pallanza – ha in realtà un cuore verbanese. I blocchi di polietilene a alta densità impiegati per far galleggiare i moli sono infatti stati prodotti al Piano Grande, nello stabilimento della Fratelli Cane, in otto mesi di lavoro e poi stoccati in un capannone sul lago d’Iseo. La Fratelli Cane, che ha collaborato con altre aziende del settore plastico del Bresciano, è specializzata proprio nel soffiaggio della plastica. I blocchi sono 220.000, ciascuno di dimensioni medio-grandi (50x50x40 cm), vuoti al loro interno e soffiati in un macchinario apposito. In acqua vengono collegati tra di loro in 32 spezzoni di 100 metri di lunghezza mediante viti di plastica fissate agli occhielli ricavati agli spigoli del blocco. Ogni molo, ancorato al fondo, affiora sopra il livello del lago per 45 centimetri e è tappezzato di un feltro di tessuto sintetico color giallo grande 100.000 metri quadri prodotto in Germania.
Il progetto di Christo risale agli anni ’70 e è un’idea sua e della moglie Jeanne-Claude (scomparsa nel 2009). Hanno tentato di realizzarlo sul Rio della Plata e nella baia di Tokyo, ma non sono mai riusciti a portarlo a termine per problemi burocratici. Almeno fino all’incontro con Germano Celant, imprenditore e proprietario dell’azienda d’armi Beretta ma soprattutto proprietario dell’isolotto di San Pietro. Grazie a lui e al suo interessamento “The floating piers” è diventato realtà.