La Direttiva 93/109/CE aveva previsto la possibilità di candidarsi alle elezioni europee per tutti i cittadini dell’Unione residenti anche in un Paese diverso da quello di cittadinanza. La stessa Direttiva aveva previsto anche la possibilità per cittadini residenti fuori del proprio Stato di cittadinanza, di poter votare presso un altro Stato dell’UE. Una regola molto semplice: ci si può candidare alle europee o votare per le europee sono se si è residenti in uno Stato dell’Unione europea.
Quella Direttiva fu recepita in Italia con il Decreto-Legge 408/1994 (convertito con modificazioni nella Legge 483/1994).
Un cittadino di uno Stato UE residente in Italia può votare in Italia per i candidati del suo Stato, così come i cittadini italiani residenti fuori dall’Italia, ma in uno Stato UE, possono votare per i candidati italiani.
Ad esempio, gli italiani residenti in Svizzera o in Norvegia o in Albania, non hanno mai potuto votare per le europee perché lo Stato che li ospita non fa parte dell’Unione europea e nessuno si è mai lamentato.
Il Regno Unito, con la Brexit, ha deciso di uscire dall’Unione europea e quindi gli italiani lì residenti , abituati a votare fino alle scorse europee per i candidati italiani, adesso non possono più farlo proprio perché la Gran Bretagna non fa più parte dell’Unione europea.
Resta salva la possibilità per i cittadini italiani residenti in Paesi extra UE di tornare in Italia in occasione del voto presso il loro luogo di origine.
Ovviamente, non si può fare una legge apposita solo per gli italiani residenti in Gran Bretagna, perché si tratterebbe di una violazione costituzionale per la disparità di trattamento nei confronti di tutti gli altri italiani residenti nel resto del mondo e fuori dell’Unione europea.