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soccorritore spalle

DOMODOSSOLA - 22-5-2024 -- in questo 2024 il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico compie 70 anni. Sette decenni trascorsi in montagna a salvare le vite di persone che per imprudenza o fatalità si sono ritrovate nei guai. Ma tante, purtroppo, non sono state salvate, perchè ls bravura e l'umanità dei soccorritori non è bastata. "Può capitare di uscire di casa credendo di fare una passeggiata e di non ritornare più. Può sembrare un messaggio brutale, ma è solo la realtà. Ed è questo che vogliamo dire ai ragazzi, vogliamo far capire loro che la montagna non va presa con leggerezza". A parlare così è Giorgio Vescio, della sezione di Domodossola del Soccorso Alpino, ideatore dell'iniziativa che domani, 23 maggio, proprio per celebrare i 70 anni del Cnsas vedrà lui, assieme ad altri 4 membri della X delegazione Valdossola, parlare nell'aula magna dell'istituto Galletti agli studenti delle classi quarte. "Intanto un ringraziamento alle istituzioni scolastiche e alla dirigenza per averci dato questa opportunità - prosegue Vescio - rispondendo subito affermativamente alla nostra proposta. Dopo il Covid, forse per reazione all'isolamento, il numero delle persone che va per boschi e sentieri è aumentata notevolmente, e con queste, è salito il numero degli infortuni e, purtroppo, anche degli incidenti mortali. E non si tratta di incidenti alpinistici, di quelli che avvengono ad alte quote dove va solo gente con minimo di preparazione, ma parlo di incidenti in collina, nei boschi, lungo i sentieri facilmente accessibili. È lì che assistiamo alle imprudenze più grandi: scarpe e abbigliamento inadeguati, scarsa conoscenza dei luoghi, nessun tipo di informazione sulle condizioni meteo, nessuna capacità di spiegare agli operatori del numero di emergenza 112, quando si è in difficoltà, dove ci si trova. Sono tutti casi che avvengono con frequenza, tante persone, soprattutto i più giovani, credono che per andare sicuri in montagna basti un cellulare. Nulla di più falso, spesso il cellulare neanche prende e allora son guai seri". Vescio assicura che le due lezioni di un'ora e mezzo che gli operatori del soccorso alpino terranno agli studenti, una lezione per turno, saranno di tipo pratico. L'obiettivo è coinvolgere i ragazzi emotivamente, far loro capire quanto la sicurezza in montagna non sia una questione di parole, ma che la prevenzione fa la differenza tra la vita e la morte, tra una bella giornata e una tragedia. A spiegare i vari aspetti della questione "soccorso in montagna" saranno soccorritori con esperienze diverse, si parlerà del corpo del Soccorso alpino e della sua struttura; di info pratiche come ad esempio su come impostare una chiamata di soccorso per farsi capire dagli operatori; si vaglieranno l'aspetto invernale e quello estivo dell'andare in montagna, mentre un medico illustrerà i rischi per la salute. Dovrebbe esserci, ma la partecipazione è legata alla disponibilità del momento, ovvero all'assenza di emergenze in corso, anche l'operatore cinofilo con il cane da ricerca.
"Prima di tutto c'è la chiarezza del messaggio da lanciare ai giovani - conclude Vescio - Se non state attenti non tornate a casa per cena. E' tutto qui". Un'iniziativa che ha trovato il gradimento delle istituzioni scolastiche, che hanno prenotato altri incontri per l'anno prossimo. Ma è ancora tutto da decidere, poiché, il soccorso alpino è formato essenzialmente da volontari, chiamati, oltre agli interventi di soccorso, a costanti allenamenti e momenti di formazione per poter rispondere adeguatamente ai bisogni delle persone.