PIEMONTE- 29-05-2024-- Separazione delle carriere dei magistrati: il Governo approva lo schema di ddl costituzionale.
Il Consiglio dei ministri n. 83 del 29 maggio 2024 segna una data epocale tra le proposte di riforma costituzionale nella storia della Repubblica.
E’ stato approvato infatti lo schema di disegno di legge costituzionale (ddl costituzionale) che porta il titolo ‘Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare’.
Rimane fermo il principio costituzionale che la magistratura costituisca ‘un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere”, ma le carriere dei magistrati dovranno essere separate. Secondo le parole del ministro della Giustizia Carlo Nordio, si è voluto dare attuazione al processo accusatorio previsto dall’attuale codice di procedura penale e lo stesso ha ricordato come Giovanni Falcone e Giuliano Vassalli avessero già tracciato la strada per questa riforma della quale erano assertori convinti.
La prima novità importante è che vi sia un Consiglio superiore della magistratura giudicante e un Consiglio superiore della magistratura requirente, entrambi presieduti dal Presidente della Repubblica. Di tali Consigli superiori faranno parte di diritto, rispettivamente, il primo Presidente e il Procuratore generale della Corte di cassazione (come è attualmente per il CSM).
Ma il ‘colpo’ pesante è dato dal fatto che gli altri componenti saranno estratti a sorte, per un terzo, da un elenco di professori ordinari di università in materie giuridiche e avvocati dopo quindici anni di esercizio, che il Parlamento in seduta comune, entro sei mesi dall’insediamento, compila mediante elezione, e, per due terzi, rispettivamente, tra i magistrati giudicanti e i magistrati requirenti, nel numero e secondo le procedure previste dalla legge. Ciascun Consiglio elegge il proprio vicepresidente fra i componenti sorteggiati dall’elenco compilato dal Parlamento. I membri designati mediante sorteggio durano in carica quattro anni e non possono partecipare alla procedura di sorteggio successiva. Non possono, finché sono in carica, essere iscritti negli albi professionali, né far parte del Parlamento o di un Consiglio regionale. Si è voluto porre fine, dunque, allo ‘strapotere’ dell’associazione nazionale dei magistrati per la nomina o la elezione del CSM.
Spetteranno a ciascun Consiglio superiore della magistratura, le assunzioni, le assegnazioni, i trasferimenti, le valutazioni di professionalità e i conferimenti di funzioni nei riguardi dei magistrati.
Non solo. Altro ‘colpo’ pesante è che la giurisdizione disciplinare nei riguardi dei magistrati ordinari, giudicanti e requirenti, sarà attribuita alla neo-istituita “Alta Corte disciplinare” che sarà composta da quindici giudici, tre dei quali nominati dal Presidente della Repubblica tra professori ordinari di università in materie giuridiche e avvocati con almeno venti anni di esercizio e tre estratti a sorte da un elenco di soggetti in possesso dei medesimi requisiti che il Parlamento in seduta comune, entro sei mesi dall’insediamento, compila mediante elezione nonché da sei magistrati giudicanti e tre requirenti estratti a sorte tra gli appartenenti alle rispettive categorie, con almeno venti anni di esercizio delle funzioni giudiziarie e che svolgano o abbiano svolto funzioni di legittimità.
I giudici dell’Alta Corte durano in carica quattro anni e l’incarico non può essere rinnovato. L’ufficio di giudice dell’Alta Corte è incompatibile con quello di membro del Parlamento, del Parlamento europeo, di un consiglio regionale o del Governo, con l’esercizio della professione di avvocato e con ogni altra carica e ufficio indicati dalla legge. L’Alta Corte elegge il presidente tra i giudici nominati dal Presidente della Repubblica e quelli sorteggiati dall’elenco compilato dal Parlamento.
Contro le sentenze emesse dall’Alta Corte in prima istanza è ammessa impugnazione, anche per motivi di merito, soltanto dinanzi alla stessa Alta Corte, che giudica senza la partecipazione dei componenti che hanno concorso a pronunciare la decisione impugnata.
Insomma dopo quasi un secolo dal vecchio codice di procedura penale, la riforma è di quelle che faranno discutere e non poco.
Intanto, appresa la notizia, l’associazione nazionale magistrati ha convocato già poche ore dopo il Consiglio dei ministri una riunione d’urgenza della Giunta esecutiva per valutazioni e iniziative. Non si escludono giorni di sciopero dei magistrati.
Carlo Crapanzano