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SVIZZERA - 4-6-2024 -- Sono fortunate le regioni in cui la geografia offre alla popolazione “montagne panoramiche” a disposizione della popolazione e del turismo. Sono una risorsa naturale che può essere utilizzata per la prosperità condivisa e per la conservazione della natura.

Una di queste montagne in Svizzera è il Rigi (si pronuncia “Righi”) alto 1800 metri, vicino a Zurigo e Lucerna, noto anche come “Regina montis” o Rigi, grazie alla sua vista mozzafiato.

Non sorprende che la prima ferrovia di montagna a vapore dal Lago dei Quattro Cantoni a Vitznau abbia portato i “Turristes” al Rigi Kulm già nel 1871 e che quattro anni dopo fu messa in funzione un'altra ferrovia a cremagliera sul versante nord-orientale della montagna.

Entrambe le ferrovie furono e sono tuttora un successo.

E oggi? Alle due ferrovie è stato affiancato una funivia, il che significa che fino a

un milione di ospiti sale sulla “Regina della montagne”, ogni anno. Perché tutti salgono con le ferrovie elettriche a cremagliera su questa splendida montagna per fare escursioni e “godersi il mondo”? Semplicemente perché lassù non ci sono strade e l'intera montagna è priva di automobili. Questo non è solo un bene per l'ambiente, ma anche per le persone, come dimostrano, ad esempio, le località montane senza auto del Vallese.

Gli impianti di risalita del Rigi danno lavoro e sostentamento a 250 abitanti della zona e l'azienda ha generato ancora una volta un utile di 5 milioni di franchi svizzeri nel 2023, di cui beneficeranno i numerosi piccoli azionisti e le imprese intorno al Rigi.

E perché il bilancio del “Righi Italiano”, il Mottarone sopra Stresa, appare così diverso? Dal 1911 (con l'apertura della ferrovia internazionale del Sempione nel 1906) fino al 1963, vi saliva anche una ferrovia a cremagliera di tipo svizzero. Poi è stata interrotta e la strada è diventata la linfa vitale della montagna, con grandi parcheggi al posto dei prati. Una funivia ha funzionato dal 1970 al 2021, ma senza grande successo economico, poiché la stazione a valle era difficile da raggiungere.

Gli esperti di turismo di tutto il mondo si chiedono perché anche in Italia non si pensa a un “Mottarone” senza auto? Anche in Spagna (Catalogna) e in Francia (Puy de Dôme), “le buone vecchie funivie di montagna” sono state ricostruite e hanno avuto un grande successo per il turismo, l'occupazione e la prosperità delle loro regioni.

Dove sono le forze turistiche e politiche che si fanno promotori per una idea sicuramente vincente?

Walter Finkbohner