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VCO/SVIZZERA - 11-6-2024 -- La tassa sulla sanità istituita dal Governo per i "vecchi" frontalieri sarebbe incostituzionale. Così vuole il parere legale che sindacati italiani ed elvetici presenteranno ai media nella giornata di domani ed in base al quale CGIL CISL UIL, con il supporto delle analoghe svizzere UNIA, OCST, SYNA chiedono al Governo il ritiro del provvedimento. Il provvedimento contenuto nell'ultima legge di bilancio violerebbe il diritto universale alla salute e, quindi, il diritto di accesso al sistema sanitario nazionale per tutti i cittadini italiani indipendentemente dalla condizione di reddito; attuerebbe poi una discriminazione tra i cittadini italiani e dell’Unione Europea; violerebbe degli obblighi internazionali a seguito della sottoscrizione tra Italia e Svizzera del trattato internazionale sulla nuova imposizione fiscale convertito in legge (la legge 83/23); introdurrebbe una doppia imposizione fiscale in violazione dei principi contro le doppie imposizioni dei Paesi OCSE.
Il contributo tra il 3 ed il 6 % nell’intenzione del legislatore servirà a finanziare le retribuzioni del personale sanitario delle aree di confine, carico dei frontalieri italiani in Svizzera (circa 93.000 persone), che sono tassati secondo il sistema d’imposizione fiscale previsto dagli accordi del 1974. Accordo questo confermato dal recente trattato internazionale tra i due paesi convertito nella legge 83/23 nel luglio scorso. Si tratta cioè dei cosiddetti “vecchi” frontalieri, che hanno costituito il proprio rapporto di lavoro entro il luglio del 2023 e che sono tassati solo alla fonte in Svizzera.
Il Governo lascia alle Regioni i provvedimenti attuativi, che però non sono stati ancora predisposti.