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case popolari
NOVARA – 26.06.2016 – Nei conti delle case popolari

c’è un buco da 26 milioni di euro. La revisione contabile straordinaria disposta dalla Regione sulle Aziende territoriali per la casa ha scoperchiato il vaso di Pandora e svelato ciò che era sotto gli occhi di tutti: non ci sono soldi. Le continue lamentele degli inquilini, ma anche degli enti locali, per i disservizi e la carenza di manutenzioni sono spiegate – oltre che da problemi d’organico nel personale – dalla reale solidità economica delle Atc. Quella del Piemonte Nord, nata dalla fusione di Novara-Vco con Biella e Vercelli, è fotografata da Deloitte, società internazionale di revisione che ha passato ai raggi-X i conti, quantificando a tutto il 2014 un debito di 26 milioni di euro, che a leggere i bilanci però non esisteva. A questa situazione s’è arrivati con artifici contabili, soprattutto proponendo di anno in anno – trascinandole e trascrivendole – le somme degli affitti arretrati da riscuotere, anche se prescritti o molto difficilmente recuperabili.

Che cosa sia un’Atc e come funzioni è molto semplice. Le Atc sono enti pubblici controllati dalla Regione chiamati al compito di costruire e mantenere case popolari nel loro territorio. Sono, di fatto, grandi società immobiliari che riscuotono gli affitti – bassi, legati al reddito e, quindi, popolari per definizione – degli appartamenti che costruiscono e dei quali curano la manutenzione straordinaria. Nel Piemonte nord sono migliaia. Nella vecchia Atc Novara-Vco gli alloggi gestiti sono circa 5.800, di cui due terzi di proprietà di Atc e gli altri gestiti in convenzione con i comuni.

Se Atc fosse una società privata sarebbe avviata al fallimento. Trattandosi di un ente pubblico ha più garanzie, ma non per questo è esente da un problema che va risolto e che necessita di fondi freschi (che a Torino scarseggiano), altrimenti si rischia che vada in tilt l’intero sistema delle case popolari, con le ricadute sociali conseguenti.