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DOMODOSSOLA - 9-7-2024 -- "La morte è il più clamoroso equivoco della storia umana", Bruno Zanin riportava la frase su una sua pagina Facebok il 14 giugno scorso, commentando "Voglio crederlo". Era malato e da vivere aveva ancora poco. Zanin se n'è andato nella notte tra sabato e domenica, alle 2:30. Aveva 73 anni. Attore con una vita dalle esperienze molteplici, Zanin, che aveva scelto la Valle Anzasca come luogo d'elezione, è tornato nella sua baita di Vanzone fino a quando la malattia glielo ha concesso.
Salito alla notorietà giovanissimo, come protagonista di Amarcord, film che nel '75 valse l'Oscar a Federico Fellini e nel quale vestiva i panni di Titta, alter ego dello stesso regista da giovane. L'attore, nativo di Venezia, aveva lavorato anche in teatro con Giorgio Strehler e in Francia. Ma negli anni '90 la sua vita  ebbe un brusco cambiamento. Durante la guerra in Bosnia  si occupò di portare aiuti umanitari alle popolazioni, raccontando il conflitto come giornalista, anche per Radio Vaticana.
"Nei suoi ultimi desideri, papà ha chiesto che non sia fatta un grande cerimonia. Ha chiesto che il suo corpo sia cremato e che le sue ceneri siano disperse allo stesso posto dove un suo amico caro ha avuto le sue cenere disperse.
Ci ha detto così : 'quand'ero giovane, il mio primo vero grande viaggio, l'ho fatto con lui in auto-stop. Allora, vorrei tanto fare pure il mio ultimo grande viaggio con lui'", raccontano i figli spiegando che il loro padre ha chiesto una cerimonia intima e senza fiori: "Se volete mostrare il vostro affetto, vi preghiamo di fare un dono a Save The Children Italia", scrivono.