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BOGNANCO - 18-7-2024 -- Tre fonti d'acqua minerale, un paese che attorno a questa ricchezza è prosperato tranne poi subire il peso di una decadenza che sin dalla metà del secolo scorso ha eroso, anno dopo anno, il potenziale turistico di Bognanco. Fino ad oggi. Il fondo è stato toccato con la chiusura del padiglione delle fonti, del parco, dello stabilimento, della piscina, del centro benessere. A Bognanco non è stata tolta l'acqua, ma l'ossigeno. I primi a pagarne lo scotto sono quegli albergatori che in estate vivevano sui turisti, sempre meno, sempre più anziani, che in estate giungevano per le terme.
Momentaneamente chiuso per motivi burocratici”, è il cartello apposto al cancello del parco, che non spiega nulla. La mancata concessione da parte della Pronvica, del rinnovo della concessione per l'acqua Gaudenziana (la cui fonte alimenta tutto, piscina compresa), alla base della decisone dell'imprenditore Haralabos Melenos di chiudere i battenti. Il proprietario da un ventennio dello stabilimento Acque minerali di Bognanco e titolare delle concessioni per le acque Gaudenziana, Ausonia e San Lorenzo, parlando ad un settimanale locale ha eluso le responsabilità. Parleranno le carte da bollo, anche se avrebbe potuto almeno salvare la stagione, accettando al sospensiva che gli consentiva di imbottigliare fino alla fine del procedimento giudiziario in corso con la Provincia del VCO, che lamenta la mancanza di un piano industriale, da qui il mancato rinnovo. A ottobre si andrà in Tribunale mentre è in corso il rinnovo delle concessioni per le fonti San Lorenzo e Ausonia.
Sulla vicenda oggi intervenente il sindaco di Bognanco, Mauro Valentini, con una nota dai toni aspri verso il greco.
"Dalle affermazioni di Melenos pare che il responsabile della chiusura sia la burocrazia che vuole sostituirsi agli imprenditori.
Dal momento in cui ľacqua è un bene pubblico ed una fonte di ricchezza per la nostra valle mi sembra più che doverosa (se non indispensabile) la richiesta delľente pubblico di un piano industriale e finanziario serio ed efficace in cui ľimprenditore, attraverso strategie di mercato, spieghi come intenda valorizzare il bene datogli in concessione
- scrive -. Ľacqua è di proprietà pubblica e come tale il suo sfruttamento è legato ad una concessione a tempo determinato che viene rilasciata sulla base di specifici requisiti.
Il mancato rinnovo della concessione è dovuto, oltre alla mancata presentazione di un piano industriale in linea con gli standard richiesti, ad altre problematiche ben più gravi e di cui il signor Melenos è perfettamente a conoscenza.
In conclusione una considerazione personale: un imprenditore non può pensare di condurre la propria azienda sperando di ricevere contributi a fondo perso nè tanto meno con ľaiuto di 'santi in paradiso' specialmente se la sua attività rientra in un settore come quello delle acque minerali, un mercato florido su tutto il territorio nazionale.
La politica è chiamata a rispondere alle esigenze della comunità, non certo a risolvere i problemi causati da una mancanza di capacità imprenditoriale
".