AURANO - 26-07-2024 -- Un ritorno al passato, con la natura che arretra di fronte all’attività dell’uomo. Si può leggere così l’intervento che in questi giorni è partito a Corte Bavarone, nel comune di Aurano. Il Parco nazionale Val Grande ha avviato, in contemporanea all’alpe Straolgio di Malesco, lo sfalcio e l’estirpazione della felce aquilina su un’area di 25 ettari. Il Pteridium aquilinum, questo il suo nome scientifico, è un infestante dei pascoli. Quei pascoli che, in Val Grande, sono scomparsi con lo spopolamento e con la fine dell’attività di allevamento e pastorizia che ha caratterizzato sino al Novecento le vallate del Verbano. Ora si cerca di tornare all’antico, favorendo il ritorno dell’erba, con il dupice scopo di favorire l’immagazzinamento del carbonio nel terreno e di mitigare il rischio di incendi, che con le felci – facilmente infiammabili – cresce considerevolmente.
L’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera terrestre è tra i principali responsabili del rapido cambiamento climatico che sta avvenendo sul nostro pianeta. Per contrastarlo il ministero dell’Ambiente ha avviato dal 2019 il “Programma di interventi per l’efficientamento energetico, la mobilità sostenibile, la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici degli Enti parco nazionali” tra cui rientra il progetto della Val Grande.
L’intervento appena avviato riguarda la zona di Corte Bavarone dove gli addetti stanno rimuovendo la felce in condizioni particolarmente impegnative visto il calore di questi giorni, la pendenza dell’area e le tante specie di insetti presenti in questo periodo dell’anno. Entro la fine dell’estate è previsto un secondo taglio e poi un altro ciclo nel 2025 e nel 2026.