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tribunale 17

DOMODOSSOLA – 1-07-2016 – Una pozza d'urina sul pianerottolo è stata la causa scatenante

della diatriba sfociata in un processo per lesioni aggravate e minacce conclusosi stamane con una sentenza in cui il giudice Rosa Maria Fornelli ha condannato l'imputato, il domese G. S., a 6 mesi di reclusione ed a un risarcimento di 2.500 euro alla parte civile. Il pm Maria Portalupi aveva chiesto un anno. All’origine del processo ci sono i pessimi rapporti di vicinato tra alcuni inquilini dei sei appartamenti di un palazzina d' alloggi popolari di Domo. Il 10 dicembre del 2014 due inquilini, madre e figlia, residenti al piano di sotto all'imputato, s’accorsero che sull'uscio di casa, come già accaduto in passato, c’era una pozza d’urina. Fu la figlia a scoprirlo e a salire le scale per chiederne conto al vicino, il quale ebbe una violenta reazione, sia davanti alla sua porta, sia, poco dopo, al piano di sotto, dove colpì la signora, che si fece visitare al Dea riportando la frattura del polso e un occhio tumefatto per una prognosi di 50 giorni, sufficiente per far scattare l’aggravante delle lesioni, denunciate dalla donna all’arrivo della polizia, chiamata dalla figlia. L'imputato è stato difeso dall’avvocato Elena Parsi ed ha sporto a sua volta denuncia contro la signora per ingiuria, diffamazione e minacce. La parte offesa si era costituita parte civile con l’avvocato Marisa Zariani.