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p d giustizia 22

VERBANIA - 07-09-2024 -- In tre, in quella notte d’estate del 2021, viaggiavano su un motoscafo da una riva all’altra del Lago d’Orta. Era quasi mezzanotte e il proprietario dell’imbarcazione, un natante di circa 4 metri di lunghezza con un motore fuoribordo da 150 cavalli, accompagnava due amici che erano stati a cena a Orta San Giulio sino a Pella, dove avevano posteggiato l’auto con cui sarebbero rincasati. All’improvviso, all’altezza dell’isola di San Giulio, si trovarono improvvisamente di fronte a un motoscafo più grande, condotto da un giovane, che sbucò da sinistra e, con la prua, speronò la parte anteriore dell’imbarcazione, provocando un notevole squarcio e facendo cadere a terra i passeggeri, che si trovavano accomodati proprio sui seggiolini della prora. Dei due, l’uomo ebbe la peggio e, sul momento, rimase disteso sul fondo della chiglia, privo di sensi. Fortunatamente il danno alla chiglia non pregiudicò la galleggiabilità del motoscafo, che il proprietario riuscì a condurre sino al pontile dell’isola, dove mezzora più tardi arrivarono i soccorsi.

Per quell’incidente il conducente dell’altro motoscafo è a giudizio davanti al giudice di pace, accusato di lesioni colpose. Gli occupanti della barca speronata l’accusano di non aver manovrata in sicurezza, poiché le luci obbligatorie per la navigazione (verde e rossa ai lati, bianca di poppa) non erano accese. “Non l’abbiamo visto arrivare, è sbucato all’improvviso” – hanno raccontato al giudice di pace Elisabetta Ferrario.

L’assicurazione ha risarcito le vittime dell’incidente nautico, ma il ferito più grave, non ha intenzione di ritirare la denuncia, ritenendo che il comportamento del giovane conducente del motoscafo, imprudente, debba essere punito.