VERBANIA - 09-09-2024 -- “L’ho visto in televisione ai Fatti Vostri: ha detto che avrebbe pagato tutti ma, naturalmente, nessuno mi ha contattato”. La prende con ironia l’albergatore verbanese che, per sette notti nel 2021, ha avuto come ospite non pagante un 46enne originario di Pompei che, alle cronache nazionali, è ormai conosciuto come “scroccatore seriale”. Contro di lui sono state sporte decine e decine di denunce per insolvenza fraudolenta, in mezza Italia. Anche sul Lago Maggiore, dove in un procedimento penale in corso al tribunale di Verbania deve rispondere del caso di Verbania e di uno accaduto ad Arona, dove ha dormito a scrocco per tre notti nel mese di settembre dello stesso anno.
Nel capoluogo s’era presentato come un manager di un’importante compagnia telefonica che era sul lago per motivi di lavoro. S’era regolarmente registrato con la propria identità e, il giorno prima che il suo soggiorno prenotato finisse, scomparve. Se n’era andato il giorno prima, in auto, portandosi via il bagaglio ed evitando il check out alla reception, nonché il saldo di 629 euro.
“Non è il primo episodio che subisco – ha detto al giudice Elisabetta Ferrario l’imprenditore – ma questa volta ho voluto sporgere denuncia per il comportamento e per i tanti giorni in cui ci ha preso in giro. Quando sono andato in questura e hanno inserito il nome nel terminale, sono uscite un mare di denunce simili, in tutta Italia”. Una semplice ricerca su internet ha rivelato il “curriculum” del sedicente cliente. Nato a Pompei nel 1977, per un certo periodo residente in provincia di Padova, è solito pernottare in alberghi, spesso di lusso, senza saldare i conti. L’ha raccontato lui stesso, in televisione, all’inviato de “I fatti vostri”, raccontando gli stratagemmi utilizzati che, ha promesso via etere, metterà da parte, impegnandosi a pagare i truffati. A Verbania, dove lo stanno giudicando, non s’è mai visto, né sentito. Difeso da un avvocato d’ufficio, non ha contattato, non solo il suo difensore, ma nemmeno le parti civili. Che, non ritirando la denuncia, chiedono sia condannato. Il giudizio si chiuderà a febbraio, sentiti gli ultimi testimoni: ha cinque mesi di tempo per ripensarci.