VERBANIA – 06.07.2016 – Per chi è a casa disoccupato
ogni lavoro è un’opportunità. Anche quelli occasionali, estemporanei, trovati su internet o in qualche annuncio. Così ha pensato una signora di Arizzano quando ha saputo della possibilità di impiegare il tempo libero imbustando a domicilio lettere e ricevendo per quest’attività un compenso “a cottimo”, proporzionale alle buste predisposte. Non trovando di meglio s’è informata sul lavoro, ha risposto all’annuncio, scritto una e-mail a chi aveva pubblicato l’offerta e ha versato tramite postepay la caparra di 15 euro che le veniva richiesta. Da quel momento in poi, però, più nulla. Le buste non sono arrivate e il contatto e-mail è sparito: ogni comunicazione spedita tornava indietro come se l’indirizzo fosse inesistente. Una ricerca su internet le ha mostrato che casi simili, con la medesima persona coinvolta, erano ricorrenti. Per questo s’è decisa a sporgere denuncia e, oggi, in aula nel processo che s’è svolto a carico di Serafino Sindoni – colui che la polizia ha identificato come autore della truffa –, ha spiegato di non essere intenzionata a rimettere la querela anche a fronte di un risarcimento.
Il pm Rosanna Zema, pur tenendo in considerazione il basso importo della truffa, ha chiesto una condanna a 9 mesi ritenendo grave la condotta di ripetute e piccole truffe perpetrate nella quasi certezza di non subire, dato l’importo ridotto, denunce. Massimo Vairetti, avvocato difensore di Sindoni ha invece invocato l’esiguità dell’importo, chiedendo la lieve tenuità o il minimo della pena. Il giudice Luigi Montefusco ha condannato l’uomo a 4 mesi e 100 euro di multa con la sospensione e la non menzione nel casellario giudiziario.