DEVERO-15-09-2024-- Le meraviglie di Devero, quando si riescono ad evitare i cessi a cielo aperto creati dall’Homo Sapiens, le conoscevamo da decenni. Per fortuna di chi sale più in alto, questa sottospecie dell’Homo Sapiens fa danni quasi solo alle quote più basse.
Non eravamo però mai passati dagli alpeggi di Corte Verde e Nava, nella zona che collega Agaro con i laghetti di Sangiatto. E’ meraviglia allo stato puro.
GITA N. 163 O 24 – AGARO
AGOSTO 2024
Dislivello: 900 m. Tempo totale: 6 h 15’. Sviluppo: 16 km.
La giornata è di quelle rare. Tre badanti per tre anziani, uno dei quali ha avuto l’idea geniale di proporre questo splendido anello in Valle Antigorio. I medici ormai latitano da tempo: abbiamo concesso loro troppe ferie.
Ci troviamo a Domo e poi a Croveo, dove si formano i due equipaggi che salgono fino a parcheggiare all’ingresso della galleria di Agaro, 1500 circa, passando dallo splendido ex villaggio walser di Ausone, 1463. Ausone, re di un popolo italico, è uno dei rarissimi casi al mondo di padre sicuro (Ulisse) e madre incerta (la maga Circe o la ninfa Calipso), ma questa è la mitologia, che infrange anche la sacra regola del “mater certa, pater numquam”.
La galleria è illuminata a tempo, ma siamo comunque attrezzati con frontalini. Ben vestiti, la percorriamo di ottimo passo in poco più di un quarto d’ora. Usciamo nel piccolo piazzale dominato dalla maestosa diga del grande bacino idroelettrico di Agaro, altro ex villaggio walser sommerso nel 1938 dalle acque del Rio di Agaro. Saliamo alla casa dei guardiani e di qui ci dirigiamo a nord ovest lungo il sentiero H10, che fa parte del Tour Walser.
Nessuno di noi era mai passato di qui e ci affidiamo all’ideatore dell’escursione e alla tecnologia. Si sale decisamente fino a raggiungere il bellissimo alpeggio di Corte Verde, 1821 (un’ora dalle auto). Ci accompagna, alla nostra sinistra, lo splendido colpo d’occhio sul gruppo Cistella – Diei, cui seguirà gradualmente quello su Monte Leone, Helsenhorn e, più avanti, sui monti di Devero, fino all’Arbola.
Un altro giovedì in Paradiso, nonostante i nostri peccati. A Corte Verde una freccia rossa su un sasso e la scritta “Nava” ci ingannano. Teniamo la destra seguendo un sentierino che, più in alto, si perde in uno splendido e ripido bosco di larici. Dopo rapide consultazioni prevale la saggezza della nostra età media elevata (escluse naturalmente le badanti) e torniamo a Corte Verde. Abbiamo perso quasi un’ora, ma in questa meravigliosa giornata va bene anche un approfondimento delle nostre conoscenze di un territorio nuovo e di grande bellezza.
Dalle baite teniamo la sinistra ed eccoci sul sentiero evidente e ben segnato. Saliamo gradualmente “traversando” sempre verso nord ovest e passando in corrispondenza dell’Alpe Nava, un centinaio di metri sotto di noi, alla nostra sinistra. Ci domina, a destra, l’ardita guglia del Pizzo Nava.
Un breve e ripido strappo ci porta a scollinare sul territorio di Devero, accolti da Cervandone, Rossa e Grampielhorn in formato “regale”. Dopo una veloce colazione proseguiamo verso nord in queste meravigliose radure pianeggianti, lungo una trattorabile che passa, più alta, in corrispondenza dell’Alpe Fontane e ci porta al più meridionale dei laghetti del Sangiatto, 2034. Sulla nostra destra ci dominano Corona Troggi e Monte Sangiatto.
Subito oltre il laghetto teniamo la destra e saliamo alla Bocchetta di Scarpia, 2248 (due ore e un quarto da Corte Verde). Scendiamo adesso verso la valle di Agaro e Poiala e, a quota 2200, con primi scorci sul Lago di Agaro, ci fermiamo a rifocillarci, rapidamente per recuperare il tempo perso al mattino. Proseguiamo per l’Alpe Poiala, 2148, uno dei nove alpeggi di produzione del formaggio Bettelmatt.
Questo è un terreno interessantissimo dal punto di vista speleologico. Qui vicino, infatti, si trova la “Voragine di Poiala”, considerata fra le più belle grotte del Piemonte. Breve pausa e invertiamo la rotta decisamente verso sud. Strada e poi sentiero H08, molto aereo nell’ultimo tratto a picco sul Lago di Agaro, ci portano all’Alpe Bionca o Plaangee, 1992, con tre caratteristiche baite a tetto semicircolare, attaccate fra loro.
Visita turistica di chi da queste parti non è mai stato e, sempre lungo H08, ripida discesa all’Alpe Spygher, in riva al lago, 1600 circa. L’ottimo formaggio che acquistiamo mi ricorda il più nobile Bettelmatt. Lungo la sponda occidentale del lago e la lunga galleria torniamo alle auto (tre ore dalla Bocchetta di Scarpia). Che meraviglia oggi!
Gianpaolo Fabbri