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ROBERTO VECCHIONI

GHIFFA - 16-9-2024 -- Una terrazza naturale sul lago, il complesso monumentale del Sacro monte intorno e alle spalle i boschi del monte Pollino. Non è una cornice, non semplice scenografia, ma il paesaggio è protagonista in Sacre Selve, il festival di Ghiffa, che "nutre l'anima", come potrebbe recitare il claim che non c'è. Nel pomeriggio domenicale assolato, il festival s'è concluso regalando al pubblico la lezione magistrale del prof. Roberto Vecchioni: un lungo monologo su parole e sacralità, sul senso del sacro in questi tempi complicati, sulla sua presenza ovunque lo si voglia cercare. E il prof. che nasce "ateo e comunista" per incontrare Dio lungo il cammino di 81enne che ha attraversato dolori ("molti") e belle giornate ("come tutti"), ha tenuto il pubblico inchiodato nell'ascolto di storie partite dalla Grecia antica e dai suoi miti, dal sacro di Sofocle "uno che non si faceva imbrogliare dagli dei ma che il senso di Dio ce l'aveva chiaro". Un arco temporale ultramillenario giunto sino ai rapper, alla musica dei giovani di oggi, che Vecchioni - che un posto nel gotha della scuola cantautorale italiana ce l'ha di diritto - ha inviato più volte ad ascoltare, a non liquidare malamente. Una lezione, in sintesi, sull'umanità "perchè questa che rende sacre anche le chiese, non il contrario". E gli applausi sono piovuti.
La seconda edizione del festival è andata così in archivio dopo due giorni intensi, anche Vito Mancuso, in un sabato sera freddo e ventoso, ha catturato un pubblico numeroso. Il festival funziona, aspettando l'edizione numero tre.