VERBANIA – 08.07.2016 – Tre consiglieri
si sono smarcati, ma alla fine la maggioranza ha tenuto. Ieri sera il Consiglio comunale di Verbania ha approvato la delibera che stralcia dal piano delle alienazioni le prigioni dell’ex Pretorio di Intra e che prende atto della procedura con la quale la giunta ha bloccato l’assegnazione definitiva del negozio di piazza Ranzoni messo in vendita all’asta e provvisoriamente assegnato a due imprenditori che hanno presentato ricorso al Tar.
Quella che il sindaco Silvia Marchionini ha definito una “convalida della delibera di giunta” è stata respinta da tutti i gruppi di minoranza, che hanno scelto di non partecipare alla votazione e lasciare l’aula. “Eravamo e siamo contro la vendita dell’ex Pretorio – ha spiegato Renato Brignone di Sinistra & Ambiente –, ma non possiamo non rilevare che ci sono due cittadini che, seguendo la legge, hanno vinto una gara regolare e hanno presentato un ricorso per far valere le loro ragioni. Non posso votare un documento che afferma un sopravvenuto interesse pubblico che non è per nulla sopravvenuto”. Non intenzionato a approvare sanatorie, s’è poi rivolto al Pd “vi siete creati il problema e ve lo risolvete da soli”. La stessa posizione l’hanno espresso Lega Nord, Forza Italia, Michael Immovilli e il Movimento 5 stelle.
I democratici hanno difeso la linea politica che ha portato a bloccare la vendita: “è il punto d’arrivo di quanto avevamo chiesto mesi fa”, ha detto Alessandro Papini riferendosi alla decisiva azione di persuasione del Pd sul sindaco, che aveva spinto anche alle dimissioni il segretario cittadino Riccardo Brezza e il capogruppo Davide Lo Duca. “L’interesse pubblico è superiore a ogni altro interesse”, ha detto quest’ultimo che non ha taciuto il malessere provato per la procedura che era stata adottata.
Consapevole di “rischiare” l’impugnazione e l’annullamento del Tar, invece, Vladimiro Di Gregorio (Sinistra unita) s’è schierato per il sì “perché è più importante l’obiettivo di non vendere l’immobile”.
Atenuto, invece, l’indipendente ex Pd Giordano Andrea Ferrari, così come Ncd e tre consiglieri del Pd, Michele Rago, Marinella Ferraris e Liliana Maglitto. Rotto il fronte democratico, la delibera è passata con 15 voti favorevoli, 5 astenuti e nessun contrario. Se gli astenuti non avessero partecipato sarebbe mancato il numero legale, che è di 17.