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DOMODOSSOLA - 28-9-2024 -- Non è piaciuta agli abitanti della Cappuccina intervenuti venerdì sera al Consiglio Comunale domese la presenza fuori Palazzo di Città di Polizia e Carabinieri. "Non s'era mai vista una cosa del genere - Commenta Santa Macrì, del comitato spontaneo di cittadini nato contro il trasferimento dei frati della Cappuccina ed il conseguente passaggio della parrocchia alla collegiata domese. "Probabilmente il sindaco temeva che qualcuno andasse oltre il consentito - prosegue Macrì -. In fondo chiedevano al sindaco, che è il sindaco di tutta la città non solo di Domo centro, un po' di solidarietà in più. La chiedevamo in realtà a tutti i consiglieri, ma non c'è stata - chiosa -. Sono amareggiata".
In discussione la mozione presentata da Angelo Tandurella (Fratelli d'Italia) ed Elena Gandolfi (Lega): "Cessazione della presenza dei Frati Cappuccini e futuro delle opere da essi gestite". Dibattito acceso dalle parole del sindaco, che ha pesantemente criticato la mozione e lo scopo col quale è stata scritta. Alfine ha però rimarcato la necessità di un dialogo sereno, tanto più che la questione non si esaurirà qui.
"Avrei avuto piacere che ci fossero più persone, perchè quello che ho da dire stasera non lo ripeterò". Così Pizzi nella premessa al suo lungo intervento su tema che ha detto non avrebbe voluto trattare: "Dirò quello che in coscienza mi sembra giusto, non quello che avreste piacere di sentire. Per la responsabilità che il mio ruolo mi impone".
Ha parlato così di "profondo dispiacere, preoccupazioni ma anche tanti malintesi". E poi: "Il documento all'ordine del giorno è giuridicamente irricevibile e socialmente deplorevole. Articolato non con la volontà di aiutare la comunità a comprendere correttamente la questione, bensì con la volontà di cavalcare la confusione e raccogliere consenso elettorale". L'indipendenza della chiesa sancita dalla legge (da qui l'irricevibilità giuridica), dunque il diritto dei frati di gestire i loro beni chiarisce l'assenza del comune dalla questione. Frati motivati da "un'esigenza oggettiva di riorganizzazione", ha aggiunto Pizzi rimarcando come siano pochi e in calo, anziani ed in un periodo di crisi di vocazione ma anche di calo dei fedeli. "S'è parlato molto di quanto offerto e donato dei privati cittadini, mi sono meravigliato, conoscendovi [...] ma i doni sono atti di generosità gratuita e con conferiscono diritti di controllo[...]. Siamo sicuri che questa comunità abbia dimostrato la capacità di affrontare il problema con pacatezza restando entro i limiti del rispetto?"
Il sindaco ha inoltre assicurato che la chiesa non verrà chiusa e che i fedeli dovrebbero essere felici per questo. Lunga la parentesi dedicata alla difesa di Don Vincenzo Barone, il parroco dei Santi Gervaso e Protaso che sarà chiamato a occuparsi dell'eredita dei Cappuccini, vittima di insinuazioni malevole.
Toni tutt'altro che concilianti sono stati usati contro Tandurella e Gandolfi che nella mozione hanno chiesto all'amministrazione di non cambiare la destinazione d'uso delle opere dei frati. E allora Pizzi s'è lanciato in una lunga arringa perdon Vincenzo, anche contro le dicerie diffusesi in città. "Stiamo forse dicendo che don Vincenzo è un agente immobiliare senza coscienza pastorale? - ha aggiunto Pizzi -. Chiedere di preservare destinazione d'uso è insinuare che il nostro parroco non abbia coscienza pastorale. È uno dei parroci più amati e stimati che la città abbia avuto".
Don Barone era presente in sala. Anche a lui s'è rivolto la consigliera Gandolfi chiarendo che da parte sua e del collega non vi era alcuna intenzione di tirarlo in ballo o insinuare altri interessi oltre a quello pastorale. "Don Barone è vittima inconsapevole esattamente come la città", ha aggiunto Tandurella. E proprio per giungere a  una discussione serena, nonostante le parole al vetriolo di Pizzi, il consiglieri di F.I s'è detto disponibile ad accogliere emendamenti alla mozione in maniera tale da essere votata all'unanimità. E rispondendo al sindaco "È chiaro che i malintesi nascono quando c'è silenzio , il sospetto serpeggia con la mancanza di chiarezza (del sindaco ndr). È un disvalore dimostrare un interesse genuino per quello che ha contribuito a costruire la comunità? Comunità che s'è mossa per esprimere dispiacere e conoscere cosa sarà di quei beni e come non si possa disperdere una patrimonio che è soprattutto umano. Non c'è disvalore in questo anche se può esserci stato chi ha esagerato, ma era assolutamente in buona fede.
Vorrei una decisone unanime - ha chiosato -, al di là della dialettica anche forte, proprio perchè per la comunità sarebbe difficile capire tra chi vota contrario e chi a favore".
Dopo una serie di botta e risposta, la mozione, andata al voto così come presentata, è stata respinta con i voti contrari della maggioranza, i due voti favorevoli di Tandurella e Gandolfi, l'astensione dei consiglieri Pd Miceli e Ventrella.

A.D