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tribunale ingresso atrio

VERBANIA - 30-09-2024 -- Convertirà la pena (un anno e un mese) in lavori di pubblica utilità, ma dovrà risarcire la famiglia che ha stalkerizzato. È stata condannata a un anno e un mese la badante di origine marocchina che, a fine 2020, s’è accanita con la famiglia della connazionale da cui aveva rilevato il lavoro. Assunta per accudire un’anziana residente a Verbania molto in là con gli anni, s’era insediata in un appartamento del centro di Intra. L’acredine nei confronti della donna che aveva svolto quel compito prima di lei era molto forte, estrinsecata in insulti e minacce profferiti contro di lei, il marito e la figlia, direttamente quando si incontravano per strada, o per interposta persona. Giudizi negativi espressi su tutto il nucleo familiare erano arrivati alle orecchie della parte offesa, che aveva sporto denuncia e raccontato di essere perseguitata.
Rinviata a giudizio, la badante s’è difesa contrattaccando. Ha sempre sostenuto, ma la sua denuncia è stata archiviata, che non c’erano rancori o gelosie a dividerla dalla connazionale, ma un furto. Ha detto alle forze dell’ordine e ai magistrati che, approfittando di una sua assenza per un viaggio in Francia da parenti, la “rivale” era entrata nella cantina del condominio, di cui aveva le chiavi, rubando un televisore ma, soprattutto, 12.000 euro in contanti nascosti in una valigia.
Il procedimento, che s’è chiuso oggi con la condanna a tredici mesi che l’imputata ha chiesto di convertire con lavori di pubblica utilità, è stato molto teso e, nelle varie udienze, compresa quella odierna, la badante è stata intemperante con le parti e i loro avvocati, finendo spesso richiamata.
Non sfuggirà, tuttavia, ai risarcimenti: 2.500 euro ciascuno all’ex collega e al marito, 5.000 euro alla figlia.