ROMA - 2-10-2024 -- Sono andati a Roma per chiedere a Barry Callebaut di recedere dal proposito di chiudere lo stabilimento di Intra; sono tornati cin la disponibilità della multinazionale a ragionare. "è stato un incontro positivo", sintetizza Giandomenico Albertella.
È cominciato poco dopo le 17, s'è chiuso solo verso le 20 il tavolo convocato al Ministero per le Imprese e il Made in Italy per discutere della decisone della multinazionale di dismettere lo stabilimento verbanese, mandando a casa circa 150 lavoratori. Davanti al ministro Adolfo Urso e al Sottosegretario Fausta Bergamotto, i rappresentanti della multinazionale del cioccolato da una parte, chiamati a dare risposte sul progetto di chiusura, e dall'altra chi sino a oggi ha posto le domande, ottenendo spiegazioni sfuggenti e provando a scongiurare il peggio. Oltre ai sindacati e a una delegazione di dipendenti, anche il presidente della Regione Alberto Cirio con il vicepresidente e assessore al Lavoro Elena Chiorino, il sindaco di Verbania Giandomenico Albertella, il presidente della Provincia Alessandro Lana, l'assessore verbanese Mattia Tacchini e per l'Unione Industriale, il presidente Michele Setaro ed il responsabile dei servizi legali, Alberto Virgili.
"L'azienda ha dato disponibilità a condividere un percorso - spiega Albertella impegnato nel viaggio di ritorno e rendendosi portavoce degli rappresentanti del territorio -. Questo ci sembra importante". Da parte di Barry Callebaut, rappresentata da alcuni dirigenti di livello europeo, non ci sono stati passi indietro, l'intenzione di chiudere resta: "Il confronto è aperto, e per portarlo a termine, intanto abbiamo chiesto del tempo, almeno sino alla fine del 2025 (la multinazionale vorrebbe chiudere entro i primi tre mesi dell'anno ndr). Una delle possibilità è l'acquisto dello stabilimento da parte di imprenditori interessati", chiosa Albertella. La riposta potrebbe giungere in tempi brevi. Il sottosegretario Fausta Bergamotto, s'è impegnata a convocare un nuovo tavolo. Tavolo che viene svolto in deroga, in quanto i tavoli ministeriali per la crisi occupazionali si convocano per aziende dai 250 dipendenti in poi.
"È la dimostrazione concreta che su questa vicenda la Regione - ribadisce il presidente Cirio in una nota - la Provincia e il Comune vogliono andare fino in fondo per difendere una realtà produttiva in cui crediamo, per i posti di lavoro e perché non può essere che in una regione come il Piemonte, che è patria mondiale dell’industriale dolciaria, si chiuda uno stabilimento, che lavora in questo settore che qui ha le sue radici e il suo successo, in modo così repentino e poco giustificato. Parlare di crisi del settore dolciario in Piemonte è davvero difficile da spiegare e per questo abbiamo chiesto all’azienda di sospendere il percorso di licenziamento annunciato e di lavorare insieme, con i sindacati e le istituzioni, per individuare un percorso che consenta di individuare un nuovo acquirente per lo stabilimento per salvaguardare la produzione, i posti di lavoro e anche il portafoglio clienti che l’azienda ha nella nostra regione. Da parte nostra c’è la massima disponibilità a individuare un percorso e mettere in campo strumenti di supporto che dovessero essere necessari per la reindustrializzazione del sito, a fronte dell’impegno che abbiamo chiesto all’azienda a mantenere la produzione, per almeno un anno, fino all’individuazione di un nuovo investitore”.