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p d giustizia 22 due

VERBANIA - 06-10-2024 -- Per il pm non ci sono prove sufficienti per condannare l’imputata per diffamazione. Sarà decisa a novembre la querelle giudiziaria che vede coinvolte due donne verbanesi di 47 e 45 anni, persone assai note in città anche per le proprie attività lavorative. A dividerle c’è una questione che sta a metà tra la gelosia e il sospetto di tradimento, che la parte offesa ha visto alimentare da una e-mail inviata al convivente. In questa missiva elettronica una certa Giada gli comunicava, con foto allegata, che la compagna era stata a cena in compagnia di un altro uomo. A corroborare la tesi accusatoria ci sarebbe anche una conversazione tra l’imputata – che la Procura ha ritenuto celarsi dietro lo pseudonimo utilizzato, che non corrisponde ad alcuna persona reale – e un altro uomo a proposito di questioni sentimentali che chiamavano in causa la parte offesa.
La difesa nega ogni addebito, a iniziare dalla paternità di quella e-mail, partita da una casella di posta elettronica che nessuna prova riconduce all’accusata. E, poi, punta sull’errata interpretazione data dal testimone a quella conversazione.
Per il pm nel dibattimento non sono emerse prove sufficienti anche se la parte offesa, ritenendo il contrario, ha chiesto la condanna e un risarcimento di 2.000 euro.