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VERBANIA - 10-10-2024 -- Tutto da rifare. Come in una sorta di gioco dell’Oca giudiziario, il procedimento penale per il disastro del Mottarone torna alla casella di partenza, perlomeno per la parte che riguarda l’udienza preliminare. Come facilmente prevedibile da quando, il mese scorso, il giudice Rosa Maria Fornelli invitò il procuratore Olimpia Bossi e il sostituto Laura Carrera a modificare i capi di imputazione, di fronte al reiterato diniego dell’accusa, s’è proceduto nell’unico modo possibile: la restituzione degli atti alla Procura per istruire una nuova udienza preliminare e ripresentarsi di fronte a un nuovo giudice, necessariamente diverso.

Sul piano della procedura è un terreno inesplorato, una facoltà concessa dalla riforma Cartabia, che ha ampliato i poteri del gup, sinora mai inutilizzata, quantomeno al Tribunale di Verbania e, in generale in Italia, per un processo così delicato e di una simile importanza.

L’oggetto della disputa è la contestazione, mossa a Luigi Nerini, Gabriele Tadini ed Enrico Perocchio -la parte riconducibile al gestore dell’impianto, Ferrovie del Mottarone- di rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. Non aver effettuato le prescritte manutenzioni e aver inserito i “forchettoni” che, allo spezzarsi della fune traente, hanno impedito ai freni di bloccare la cabina alla fune portante, determinando lo schianto e la morte di 14 persone, è un reato doloso, volontario. Per il gup Fornelli, che ha accolto le eccezioni delle difese, non è compatibile con tutti gli altri reati colposi in contestazione: omicidio plurimo, lesioni, attentato alla sicurezza dei trasporti e falso.

Dopo la prima parte dell’udienza, tenutasi stamane nell’aula C del Palazzo di giustizia, il magistrato è rientrato poco dopo le 13,30 e ha letto l’ordinanza che azzera l’udienza preliminare, cancellando il lavoro svolto negli ultimi nove mesi a partire da gennaio, quando il procedimento iniziò alla Casa della resistenza.