VERBANIA - 10-10-2024 -- La rottura con la moglie, dalla quale si sta separando e con la quale per quarant’anni ha condiviso la gestione di un’attività turistica in Ossola, e gli strascichi con la famiglia di lei, è diventata per le parti in causa una sorta di faida, sfociata in denunce e processi penali. Imputato in più procedimenti di fronte al giudice monocratico e al giudice di pace, è un settantaquattrenne che, in un rivolo di questa “guerra dei Roses” ossolana oggi ha chiuso positivamente un primo processo. Era accusato di violazione di domicilio e del danneggiamento aggravato di tre piante di lauro che si trovano nel terreno dell’attività turistica, confinante con quello della sua abitazione. Il fatto risale al 2022. Secondo quanto denunciato dal cognato, dopo aver ricevuto formale diffida scritta a non oltrepassare il cancello che separava le due proprietà, lo fece e, in più, con un annaffiatoio sparse una qualche sostanza che, successivamente, provocò l’avvizzimento delle piante che formavano una siepe. A sostegno di quest’ultima accusa ci sarebbero le immagini delle telecamere di videosorveglianza che lo immortalano nel gesto. “Mi è capitato di annaffiare le piante dopo che ero andato lì vicino, nella proprietà, per pulire la fossa biologica” – ha raccontato al giudice Ines Carabetta, smentendo di aver ricevuto la diffida “non l’ho ritirata io, né ne ero a conoscenza: quando l’ho saputo non sono più andato di là”.
Una versione alla quale il giudice ha creduto, assolvendolo con formula piena da entrambi i capi di imputazione.