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DOMODOSSOLA - 11-10-2024 -- Nella chiesa della Cappuccina non c'era spazio per contenere tutti, e molti, moltissimi sono dovuti rimanere fuori. Assieme ai familiari, tanti amici e conoscenti. Quelli che Giuseppe, "Pe", lo conoscevano da una vita e quelli che invece lo avevano solo incrociato, magari andando al lavoro alle prime luci dell'alba, su quel treno che ogni giorno lo portava al di là del confine assieme a centinaia di altri frontalieri. Ed è stato un treno, martedì mattina, a spezzare la vita di Giuseppe Maggiolini, l'operaio edile morto sul lavoro mentre, nel Canton Vallese, lavorava lungo la linea ferroviaria.
Gli occhi umidi di tanti, i volti contratti, la commozione mescolata all'incredulità per una morte inaccettabile: a soli 49 anni, con due figli ancora giovani che si ha il diritto di vedere diventare adulti. Sulla bara una maglietta firmata dai suoi ragazzi "Sei il papà migliore del mondo". A celebrare la funzione il parroco della Cappuccina don Fausto e poi il sacerdote vigezzino don Paolo. Il parroco della Cappuccina ha scelto il brano del Vangelo della resurrezione di Lazzaro e dell’accusa fatta a Gesù che se fosse stato presente Lazzaro non sarebbe morto. Con parole profonde ha cercato di dare un senso a questa tragedia mentre commozione e occhi rossi per le lacrime erano palpabili.
All'insegna della commozione più autentica le parole, dell'affetto, della stima, le parole degli amici e del nipote, lette durante la funzione sacra. “Crescere senza di te sarà molto dura - ha detto il nipote - ma ogni sera guardo il cielo cercando la tuta stella. Ti voglio bene”.
All'uscita il silenzio e le note di Vasco Rossi della canzone "Un senso", "Voglio trovare un senso a questa vita...", recita e non sempre la risposta è certa, soprattutto davanti alla tragedia.