VERBANIA - 14-10-2024 --
Le guerre, l'incertezza delle elezioni USA e il timore di rincari energetici e della materie prime frenano gli entusiasmi. L'economia industriale del VCO nel quarto trimestre farà segnare un calo. È quanto emerge dall'indagine congiunturale realizzata dall’Unione Industriale tra le aziende associate dove dopo un periodo segnato da attese di crescita positiva, le previsioni indicano quanto meno prudenza.
Il dato più significativo è quello sulla produzione: se nelle precedenti rilevazioni 2024 le attese erano positive, l’indagine svolta ora riporta che il saldo tra aziende che si aspettano una crescita della produzione e quelle che se ne attendono una diminuzione è in pareggio, restando comunque migliore rispetto al dato regionale che segna invece -1,9%.
Negative invece le attese sugli ordini dove solo il 20% delle aziende si attende una crescita e il 31% ne prevede una diminuzione. La situazione di difficoltà delle principali economie europee ha conseguenze anche nel VCO con un dato sugli ordinativi esteri pari a -16,3%. Inoltre, la situazione geopolitica con il rischio di allargamento del conflitto in Medio Oriente, la persistente guerra in Ucraina e le imminenti elezioni presidenziali negli USA, determinano una crescita del numero di aziende che si aspettano un rincaro dell’energia e delle materie prime.
Si mantiene invece positivo il dato sull’occupazione: il saldo tra aziende che ne prevedono un aumento e quelle che ne prevedono una diminuzione è di +3,9%. Inoltre, più del 90% delle aziende intervistate afferma di non avere in programma un ricorso alla cassa integrazione. Si segnala la continua propensione a investire da parte degli imprenditori locali: il 58,8% ha pianificato investimenti nel breve.
Per il presidente di Unione Industriale VCO, Michele Setaro : “Il calo degli ordinativi, con le ripercussioni del caso sulla produzione, possa considerarsi, numeri alla mano, non preoccupante, oltre che migliore nella nostra provincia rispetto al resto della regione e comunque sia la logica conseguenza del non facile momento economico attuale. A livello internazionale infatti, è chiaro che le forti tensioni in essere, oltre all’incertezza legata all’esito delle elezioni americane, non possano che produrre un rallentamento generalizzato dell’economia e una contrazione degli scambi commerciali. Di contro, ci conforta il dato ancora una volta positivo sull’occupazione, sul modesto ricorso agli ammortizzatori e sulla propensione delle aziende a investire”.
A livello regionale, l’indagine congiunturale realizzata tra le aziende del sistema confindustriale piemontese rileva indicatori per produzione, ordini e redditività su valori negativi. In ulteriore calo anche le previsioni sulle esportazioni. Per la prima volta si azzera la tradizionale forbice dimensionale, che vedeva le grandi imprese esprimere attese più positive, rispetto a quelle di minori dimensioni.
E se il comparto manifatturiero è in sofferenza, il terziario prosegue la crescita iniziata dopo la pandemia, ed esportando poco, non è toccato dalle tensioni sui mercati internazionali.