VERBANIA - 14-10-2024 -- Non c’è prova che dietro quel volto intravisto al di là della webcam vi fosse l’imputata. Il Tribunale di Verbania ha assolto dall’accusa di estorsione una donna di origine africana residente in Toscana, denunciata da un uomo del Verbano per una vicenda di natura sessuale. Navigando su siti pornografici, il giovane si imbatté nella sedicente Francesca Perrotta, che gli propose sesso on-line a distanza. Durante quel rapporto lo invitò a puntare la telecamera sulle parti intime per poi, a sua insaputa, effettuare più screenshot.
Successivamente, minacciando di divulgare quelle immagini in modo che parenti e amici lo venissero a sapere e dicendogli che l’avrebbe avvitato come pedofilo, la presunta Francesca gli aveva chiesto una somma di denaro. Anziché 2.000 euro la vittima ne aveva pagati, secondo le indicazioni ricevute, 400 euro. Ma il ricatto non era finito e, a quel punto, aveva ammesso ai genitori che l’avevano consigliato di sporgere denuncia. Le indagini hanno seguito il denaro, portando gli inquirenti a Montevarchi, in provincia di Arezzo, residenza dell’ivoriana tratta a giudizio per estorsione, per la quale il pm ha chiesto una condanna severa: 3 anni, 6 mesi e 2.000 euro di multa. Il giudice ha però accolto la tesi della difesa sulla non certa identità della donna, anche alla luce del fatto che, pur avendola vista in volto, la persona offesa non ne ha nemmeno distinto i tratti somatici riconducibili all’etnia di appartenenza.