PIEVE VERGONTE - 17-10-2024 - Tre anni, forse quattro, e poi la lunga vicenda legata alla bonifica del sito chimico di Pieve Vergonte, sito d'interesse nazionale, potrà dirsi se non conclusa, davvero avviata a soluzione. È tuttavia comprensibile non lasciarsi prendere dall'entusiasmo. Nel 2025 saranno passati "solo" 30 anni da quando le operazioni di messa in sicurezza del sito chimico sono cominciate.
Il nuovo atto è complesso, ma è quello che si attendeva da più tempo: lo spostamento del rio Marmazza, il ritorno del torrente che passa nello stabilimento chimico nel suo alveo naturale, dal quale fu spostato proprio per esigenze di tipo industriale. Lo spostamento doveva cominciare a gennaio del 2019, ma l'istruttoria per una variante progettuale chiesta dall'allora Syndial (oggi Eni Rewind) ha dilatato i tempi sino ad oggi. In settembre la conferenza di servizi al ministero dell'Ambiente sulle varianti progettuali presentate negli anni passati, aveva dato l'ultimo via libera. Nei giorni scorsi, i manager di Eni Rewind hanno comunicato alla sindaca di Pieve Vergonte, Maria Grazia Medali, l'avvio delle opere in dicembre con già pronta l'individuazione della ditta che se ne occuperà. Opere che dureranno tre anni: "Con lo spostamento del rio Marmazza si va a risolvere un problema idrogeologico importante" spiega il primo cittadino, con una certa soddisfazione poiché il lavoro per giungere a questo punto, è stato lungo e faticoso per la stessa amministrazione comunale ossolana: "È stata dura, ma ce l'abbiamo fatta. Il ministero ha approvato una prima parte delle opere necessarie, riservandosi valutazioni successive per il rimanente. Ma è quanto serve per lavorare sul rio". Il Marmazza, che quando s'ingrossa va a mettere in pressione i tombini collocati all'interno dello stabilimento chimico, è stato il responsabile della presenza di DDt nel lago Maggiore nei decenni passati. Oggi, che la produzione dello stabilimento s'è convertita in una tecnologia "pulita", il torrente comunque rappresenta una fonte di pericolo.
Il nuovo corso del Marmazza attraverserà terreni acquisiti negli anni scorsi per via binaria dal Comune di Pieve Vergonte da cittadini privati. L'operazione non dovrebbe risultare particolarmente problematica nonostante i due punti critici rappresentati dall’attraversamento del canale idroelettrico e dal sottopassaggio della linea ferroviaria Novara-Domodossola. Per i terreni contaminati del sito industriale è previsto un intervento di "lavaggio" teso a favorirne il recupero: i suoli conformi verranno riutilizzati e quelli che risulteranno non idonei al riutilizzo è previsto il confinamento finale all’interno di un impianto appositamente realizzato in situ, le vasche di cemento che già si possono osservare transitando lungo la superstrada.
Le attività di messa in sicurezza del sito di interesse nazionale sono state avviate nel 1995, con la messa in sicurezza di emergenza, le demolizioni degli impianti DDT, Cloralio e Krebbs, la realizzazione della barriera per il confinamento idraulico e l’implementazione dell’impianto TAF (Trattamento Acque di Falda), oggi tra i più grandi d’Europa.
Il progetto operativo di bonifica è stato successivamente presentato da Sindyal (oggi Eni Rewind) nel 2011 e approvato con decreto nel 2014. Nel 2018 è stata presentata la variante al progetto che ha avuto una lunga e complessa istruttoria. prossima data sarà quella che scriverà la parola fine. Così sperano a Pieve Vergonte.