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dogana piaggio

BERNA - 17-10-2024 -- Sorridono i commercianti elvetici, meno i colleghi italiani e i consumatori. Annunciato da tempo, il taglio della franchigia Iva per i beni acquistati in Italia da cittadini svizzeri è diventato realtà. L’ha deciso il Consiglio federale, che lo introdurrà dal 1° gennaio 2025 con l’evidente scopo di scoraggiare lo shopping d’oltreconfine, che grava sui produttori e sui rivenditori rossocrociati.

Fino a oggi chi, residente in Ticino, viene a fare la spesa (generi alimentari, alcolici, capi d’abbigliamento ecc… ecc…) in Italia per poi tornare a casa con gli acquisti, se spende meno di 300 franchi, non deve dichiarare nulla. Anzi, ha la possibilità, giunto in dogana, di chiedere il rimborso dell’Iva per la differenza tra l’aliquota italiana applicata (22%, ma solo se gli acquisti superano i 70 franchi) e quella elvetica di legge (8,1%). Al di sopra dei 300 franchi, compila una dichiarazione e paga, appunto, l’imposta di esportazione.

Ridurre questa soglia a 150 franchi, cioè dimezzarla come chiesto dai commercianti e dai contadini, nonché da alcuni cantoni, equivale a scoraggiare lo shopping al di qua della frontiera, con un potenziale danno per i nostri commercianti, ma anche per i consumatori elvetici. Il costo della vita in Ticino è molto più alto e fare compere in Italia è conveniente per alleggerire il bilancio familiare.

Da alcune parti s’era chiesto anche di scendere sotto i 150 franchi, fissando la soglia a 100, un limite giudicato pericoloso per la burocrazia che potrebbe generare nella gestione delle dichiarazioni in dogana.